Il lavoro nell'ombra del Papa
Papa Francesco ignora il niet di Zelensky: continua la trattativa vaticana mentre Meloni preferisce la guerra
Editoriali - di Piero Sansonetti
Lo schiaffo di Zelensky non ha intimidito il Vaticano. Lo sapete tutti, del resto, cosa disse Gesù agli apostoli: “Se ti danno uno schiaffo porgi l’altra guancia”. Bergoglio ha fatto così. Non s’è offeso e ha continuato a lavorare per favorire una trattativa tra Mosca, Kiev e l’Occidente. Bergoglio non è interessato ai rapporti di forza o alle questioni di immagine: punta al successo e va all’obiettivo. L’obiettivo è la tregua. Fonti vaticane molto autorevoli ci assicurano che i negoziati, segretissimi, proseguono. Naturalmente molto dipenderà dalla disponibilità da parte del governo russo e dall’atteggiamento dell’America e dell’Europa. Se non si apriranno spiragli dalle due parti sarà difficile giungere a qualche risultato.
Il problema è che, mentre il Vaticano lavora nell’ombra senza condizionamenti politici, non si può dire la stessa cosa per le potenze in campo. Russia e America difficilmente possono trovare un punto di incontro, se qualcuno non li costringe. La Cina sta facendo pressione in modo anche massiccio su Mosca. Anche l’India. E la Cina e l’India hanno una grande influenza su Putin. Non solo per ragioni economiche. Dall’altra parte dovrebbe essere l’Europa a fare pressione su Biden. ma questo non succede. L’Europa è timida e divisa, e al suo interno chi sta svolgendo a pieno titolo il ruolo di sentinella americana è l’Italia.
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L’Italia non molla un centimetro. Non sembra in nessun modo interessata alla pace ma piuttosto a difendere la sua posizione. E la sua posizione è più forte se la guerra continua. Essere la lunga mano degli Stati uniti in questo momento permette a Giorgia Meloni di difendere le sue posizioni in Europa e di attenuare, o scompaginare, i piani per emarginarla da parte dei paesi più radicalmente democratici, come Francia, Germania e Spagna.
Meloni gioca tutte le carte, sul tavolo europeo, facendo pesare il mandato ricevuto da Washington, e sa che se perde questo ruolo rischia di venire spazzata via dalla sfiducia e dal pregiudizio – diciamo così – delle democrazie del Nord verso l’estrema destra italiana.