La stroncatura
Il Senato affonda l’autonomia leghista
Politica - di Redazione Web

Anche se il disegno di legge sull’Autonomia differenziata prevede che “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, tuttavia “effetti onerosi potranno concretizzarsi al momento della determinazione dei relativi Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. La nota di lettura del Servizio Bilancio del Senato elaborata per l’esame del ddl in commissione Affari costituzionali del Senato affonda l’agognata secessione dei ricchi perseguita senza requie dalla Lega sin dai tempi del Dio Po. «Ulteriori effetti onerosi -prosegue il documento- potrebbero inoltre derivare nella fase successiva alla determinazione dei Lep, in sede di verifica su specifici profili o settori di attività oggetto dell’intesa” tra Stato e Regioni, “con riferimento alla garanzia del raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni, nonché in sede di monitoraggio degli stessi. Altra circostanza che potrebbe far emergere profili onerosi discende dall’attribuzione alla Commissione paritetica del compito di procedere annualmente alla valutazione degli oneri finanziari derivanti, per ciascuna Regione interessata, dall’esercizio delle funzioni e dall’erogazione dei servizi connessi alle ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, secondo quanto previsto dall’intesa». «L’articolo 5 -prosegue la nota del Servizio Bilancio- individua quale forma di copertura degli oneri connessi al trasferimento delle funzioni previste dalle intese una o più compartecipazione ai tributi erariali, senza peraltro indicare quali e per gli ulteriori ed eventuali oneri che dovessero manifestarsi si limita a rinviare all’articolo 17 della legge di contabilità inerente alla copertura finanziaria delle leggi e al rispetto degli equilibri di bilancio».
«In una fase avversa dell’economia è lecito aspettarsi una riduzione del gettito del tributo erariale e una riduzione delle risorse da compartecipazione in assenza di una sua rideterminazione; la compartecipazione sui gettiti dei tributi erariali limita i margini di manovra delle Regioni rispetto agli effetti determinati dalle politiche di intervento del Governo centrale sui medesimi tributi, salvo poter ricorrere ai propri spazi di autonomia tributaria». «Oltre all’allarme di costituzionalisti e da parti sociali – commenta Marco Furfaro – responsabile Contrasto alle diseguaglianze e welfare nella segreteria Pd e capogruppo in commissione Affari sociali della Camera – questa volta a confermare la pericolosità dell’Autonomia differenziata arriva anche l’attenta analisi tecnica dell’ufficio Bilancio del Senato che rileva forti criticità. E certifica ciò che denunciamo da mesi, ovvero l’aumento inevitabile delle diseguaglianze e l’indebolimento dei servizi essenziali, dalla sanità all’istruzione».