La canzone
Volare: la storia di “Nel blu dipinto di blu”, il capolavoro di Domenico Modugno
Spettacoli - di Antonio Lamorte

Domenico Modugno la sera del 31 gennaio 1958 era teso. E aveva ragione: stava per cambiare per sempre la sua vita, la storia del Festival di Sanremo, quella della musica pop italiana. Era teso prima di salire sul palco del Casinò per cantare Nel blu dipinto di blu, scritta con l’amico Franco Migliacci, un sogno di evasione fresco e strampalato che nessun interprete aveva voluto interpretare. Quando aveva finito di cantare lui aveva smesso un po’ di essere Domenico Modugno, per sempre, per diventare Mr. Volare. Quando da quel palco era sceso non esisteva Nel blu dipinto di blu: tutti cantavano Volare, l’avevano fatta loro così. Era la canzone pop italiana più cantata in tutto il mondo.
La leggenda rimanda a una mattina del 1957. Piena estate. Franco Migliacci aspetta il suo amico per andare al mare. E pensa: pensa fortissimamente alla ragazza di cui è innamorato. E che potrebbe incontrare in spiaggia, chissà. L’amico però non si vede, non si presenta. E lui allora fruga nelle tasche: 300 lire, giusto per un fischio di Chianti. Se lo scola e si addormenta a casa mezzo ubriaco. Quando si sveglia i suoi occhi cadono sulle riproduzioni di due quadri appesi in camera. Le Coq Rouge dans la nuit e Le peintre er son modèle. Entrambi di Marc Chagall. Sul primo c’è un omino che vola e un gallo rosso, sul secondo il volto di un uomo mezzo dipinto di blu.
“I primi versi mi vennero di getto: di blu mi sono dipinto per intonarmi al cielo”. La visione continua, il testo si completa ma Migliacci non ne è per niente convinto. Quando Modugno alla fine arriva i due prima hanno una discussione poi Migliacci confida all’amico – proprio Modugno lo aveva sempre stimolato, senza successo, a scrivere canzoni – che ha scritto una cosa: la sua prima canzone. La reazione del cantante non è proprio sobria: “Andiamo a Sanremo, vinciamo Sanremo!”. La rifinitura di musica e testo dura mesi. All’epoca la regola non scritta del Festival prevede che l’interprete debba essere una terza persone rispetto agli autori di musica e testo. La canzone viene ammessa dalla commissione presieduta da Achille Cajafa, ottiene 99 voti su 100 ma nessun cantante è disponibile a cantarla. E Modugno decide di cantarsela lui, lui e Johnny Dorelli.
La sera del 31 gennaio 1958 “l’anima di Domenico Modugno è in tumulto”, ha scritto in Volere è volare Corrado Minervini. Servono tutto il talento, l’esperienza e la volontà del cantante, dell’attore e dell’artista. A introdurlo è Gianni Agus. L’intro è sognante, passa alla storia il momento in cui Modugno apre le braccia, intona il ritornello – “Volare, oh oh, cantare, oh oh oh” -, il pezzo spicca il volo e cambia per sempre la storia della musica italiana. Per l’arrangiamento dolce, quel gusto doo-wop, l’interpretazione che spazza in un solo gesto l’impostazione ingessata dell’epoca, il colpo di classe sillabato sul finale. Il vincitore è annunciato, la conferma arriva nella serata della finale del primo febbraio.
Il 45 giri è edito da Curci e inciso da Fonit Cetra. Sulla copertina un disegno di Guido Crepax. Il successo è enorme, oltre ogni aspettativa. Il disco diventa un bene da esportazione, venderà 22 milioni di copie, ed è la canzone italiana più trasmesse dalle radio di tutto il mondo, resta due settimane in vetta alla classifica hot 100 di Billboard, miglior disco e miglior canzone ai Grammy Awards senza essere tradotta. È ormai Volare per il ritornello cantato in tutto il mondo. Diventa la colonna sonora di un momento di ottimismo, di un Paese che comincia a scrollarsi di dosso le macerie e le tragedie della Seconda Guerra Mondiale, del boom economico che negli anni tra il 1958 e il 1963 porta il bilancio in pareggio, al record del +6,3% del PIL e al rilancio del Made in Italy.
“Ho firmato autografi fino ad avere crampi alle mani. Ho dovuto sorridere fino a farmi venire un crampo in faccia”, racconterà Mr. Volare. A cantare Nel blu dipinto di blu saranno tra gli altri Frank Sinatra, David Bowie, Paul McCartney, Louis Armstrong, Ella Fitzgerald e i Gipsy King in una celebre versione flamenco. L’anno dopo Modugno serve il bis a Sanremo con Piove – per tutti Ciao ciao bambina. La sua doppietta è aria fresca per una kermesse già in crisi, Volare è un volano anche per lo stesso Festival. Un sogno di evasione che porta nel futuro la musica italiana in anni di esplorazioni spaziali e spontaneo ottimismo.