La protesta

Perché i giornalisti scioperano: la mobilitazione generale per il contratto collettivo scaduto nel 2016 e mai rinnovato

Contratto fermo da quasi dieci anni, il settore in crisi tra retribuzioni non adeguate all’inflazione, tagli e mancati investimenti. Il nodo tecnologia tra OTT e Ia

News - di Redazione Web

28 Novembre 2025 alle 11:40

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FOTO DA PIXABAY
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Pochi e scarni notiziari, siti meno o per niente aggiornati, contenuti in onda registrati e diffusi prima della mobilitazione indetta per oggi, venerdì 28 novembre, giornata dello sciopero nazionale dei giornalisti italiani che protesta contro il mancato rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto nel 2016. Non si verificava una mobilitazione simile da una decina d’anni, anche se è stato scelto un giorno in cui erano state proclamati altri scioperi con il rischio di confondere il significato della giornata.

Lo sciopero è stato proclamato dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), il sindacato unitario dei giornalisti, dopo l’interruzione della trattativa con gli editori, rappresentati dalla Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG). Si svolgerà dalle 5:30 di questa mattina alle 5:30 di domani. Denuncia diverse problematiche di un settore in crisi tra tagli, mancanza di investimenti, diminuzione delle libertà e del pluralismo dell’informazione. I quotidiani non saranno in edicola domani, sabato 29 novembre, mentre oggi saranno ferme radio, televisioni e portali online.

Che il contratto collettivo nazionale non sia mai stato rinnovato né aggiornato significa che gli stipendi sono fermi da allora e che le condizioni non sono state adeguate a un mercato stravolto negli ultimi anni. La trattativa si è interrotta per le grandi distanze tra le proposte del sindacato e i datori di lavoro. FNSI segnala il blocco contrattuale, la riduzione degli organici e delle retribuzioni attraverso strumenti come stati di crisi, licenziamenti e prepensionamenti. Ha giudicato irrisoria e aggravata la richiesta di tagliare il salario dei neoassunti, chiede anche un aumento in linea con gli altri contratti collettivi e rifiuta la proposta degli editori. Secondo la Federazione il nuovo contratto dovrebbe tutelare i diritti dei giornalisti e regolare l’uso dell’Intelligenza Artificiale.

La Fieg invece respinge le accuse e sostiene di aver attuato ingenti investimenti nonostante il settore sia andato incontro a un calo drastico dei ricavi. La crisi della sostenibilità finanziaria è attribuita principalmente alla concorrenza sleale degli Over The Top (OTT) come Google e Meta, che sfruttano economicamente i contenuti editoriali trattenendo la maggior parte dei ricavi pubblicitari. E infatti gli editori accusano il sindacato di aver ridotto tutta la trattativa a richieste economiche senza considerare la modernizzazione di un contratto antiquato.

“Oggi le giornaliste e i giornalisti italiani sono in sciopero per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro scaduto da dieci anni – si legge nel comunicato dell’UsigRai – In questo tempo gli editori aderenti alla FIEG hanno investito molto poco nel prodotto, nonostante le sovvenzioni pubbliche, e hanno tagliato il costo del lavoro con la riduzione degli organici attraverso gli stati di crisi. Le retribuzioni dei giornalisti sono state colpite dall’inflazione cresciuta del 20 per cento, mentre è aumentato a dismisura lo sfruttamento di collaboratori e precari”.

“Le proposte degli editori, tagliando il salario dei neo assunti, rischiano di esasperare la divisione generazionale nelle redazioni non cogliendo le prospettive digitali del settore. Non ne facciamo una battaglia corporativa. Pensiamo che un’informazione libera e plurale, abbia bisogno di giornalisti autorevoli e indipendenti, che non siano economicamente ricattabili. Solo così potremo garantire il rispetto per i cittadini e per l’articolo 21 della Costituzione”.

Radio 1, Radio 2 e Radio 3 garantiranno due edizioni del Gr, ciascuna della durata di circa 6 minuti. Stessa modalità per Tg1. Tg2, Tg3 e Rainews 24. Le testate regionali dovranno assicurare una edizione di 5 minuti. Questi notiziari saranno in onda nelle fasce di maggiore ascolto. Il Televideo verrà aggiornato la mattina il pomeriggio e la sera e Rainews.it assicurerà due aggiornamenti quotidiani. In caso di calamità naturali o eventi di cronaca di rilevante impatto sociale che costituiscano eventi imprescindibili per l’utenza dell’informazione radiotelevisiva pubblica, i Comitati di redazione garantiranno la riattivazione del servizio non appena possibile mediante tempestiva comunicazione ai giornalisti interessati.

28 Novembre 2025

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