Il doppio standard

Licenziato da Agenzia Nova dopo la domanda scomoda su Israele e Gaza, il caso Nunziati scuote l’informazione

News - di Redazione

5 Novembre 2025 alle 11:40

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Gabriele Nunziati
Gabriele Nunziati

Licenziato dopo una domanda considerata dal suo editore, l’agenzia di stampa Nova, “tecnicamente sbagliata”, ma anche “assolutamente fuori luogo e di natura erronea”. È la vicenda che vede coinvolto il giornalista freelance Gabriele Nunziati, licenziato dall’agenzia di stampa per cui collaborava come corrispondente da Bruxelles.

Proprio durante una conferenza stampa con una portavoce della Commissione Ue, lo scorso 13 ottobre, Nunzianti, aveva posto una domanda sulla posizione dell’Europa sul conflitto a Gaza. Nunziati rivolgendosi alla portavoce Paula Pinho aveva chiesto se ritenesse che Israele dovesse pagare per la ricostruzione di Gaza, considerata la posizione di Bruxelles sulla Russia e sul dovere di Mosca di pagare per i danni provocati in Ucraina dal febbraio 2022 ad oggi.

Pinha, evidentemente colta di sorpresa dal quesito, si era limitata ad una risposta di circostanza: “La sua è una domanda molto interessante alla quale però in questa fase non vorrei rispondere”, le sue parole, col video che era diventato virale sui social da chi sottolineava in particolare il “doppio standard” europeo nei confronti di Gaza ed Ucraina.

Il 27 ottobre, due settimane dopo quella conferenza stampa, Nunziati ha ricevuto una lettera con cui Agenzia Nova interrompeva il rapporto di collaborazione. In un breve scambio con Fanpage, Nunziati ha spiegato che nei giorni successivi a quella conferenza aveva avuto diverse telefonate dai suoi capi, con toni “abbastanza tesi”.

L’Agenzia Nova, a una richiesta di spiegazioni, ha diffuso una nota in cui non smentisce l’invio della lettera di preavviso per la risoluzione del suo contratto di collaborazione, ma spiega le motivazioni dietro il licenziamento. Nel testo si legge che Nunziati “ha posto alla portavoce della Commissione europea una domanda tecnicamente sbagliata. Egli ha chiesto se la Commissione Ue, ritenendo che la Russia debba pagare i danni di guerra all’Ucraina, non ritenga che anche Israele debba pagare i danni di guerra a Gaza. Il problema è che la Russia – Paese membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e, in quanto tale, uno dei cinque massimi garanti dell’ordine mondiale – ha invaso l’Ucraina, un Paese sovrano, senza essere provocata. Israele, al contrario, ha subito un’aggressione armata. Non sorprende, quindi, che la portavoce non abbia risposto alla domanda, essendo assolutamente fuori luogo e di natura erronea”. “La differenza tra le posizioni di Russia ed Israele – sottolinea la nota dell’agenzia Nova – è stata più volte rappresentata al collaboratore, il quale, tuttavia, non ha affatto compreso la sostanziale e formale differenza di situazioni, ed ha anzi insistito nel ritenere corretta la domanda posta, mostrandosi così ignaro dei principi fondamentali del diritto internazionale“. “Quel che è peggio, – si legge nella nota – il video relativo alla sua domanda è stato ripreso e rilanciato da canali Telegram nazionalisti russi e dai media legati all’Islam politico in funzione anti-europea, creando imbarazzo all’agenzia, in quanto fonte primaria attentissima alla propria indipendenza e all’oggettività delle informazioni trasmesse. È evidente che il rapporto di fiducia con il collaboratore, in questo contesto, sia venuto a cessare”, conclude la nota dell’Agenzia Nova.

Dalla Commissione Europea riferiscono di “non aver avuto contatti con l’agenzia Nova” riguardo all’interruzione del rapporto di collaborazione con il giornalista, precisa la portavoce capo dell’esecutivo Ue Paula Pinho. Aggiungendo di “non avere nulla a che fare con quest’ultima decisione perché le domande sulla questione specifica dovrebbero essere rivolte all’agenzia Nova”, afferma Pinho, notando che la Commissione “attribuisce la massima importanza alla libertà di stampa. In questo contesto, è sempre disponibile a rispondere a ogni domanda, nel contesto del briefing con la stampa di mezzogiorno”, conclude.

Chi invece esprime solidarietà a Nunziati è il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, che “esprime sconcerto per la vicenda” e sottolinea come “non si può essere di fatto licenziati per aver posto una domanda”. Consiglio dell’Ordine che chiede all’Agenzia Nova “il reintegro in tempi brevi del collega e a pieno titolo nel suo ruolo”.

di: Redazione - 5 Novembre 2025

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