Le indagini e gli arresti a Napoli
Emanuele Tufano ucciso per sbaglio dal fuoco amico dopo una sparatoria da Far West, l’omicidio di Emanuele Durante un ‘messaggio’ del clan Sequino
Sono state 16 le persone arrestate per entrambi i delitti: 14, di cui sei minorenni, sono finiti in manette per la morte di Tufano, per la quale il clan Squino avrebbe avviato 'indagini interne'. Invece, altre due persone sono state ritenute i presunti responsabili dell'agguato contro Durante, presente durante la sparatoria. Dall'inchiesta è emerso il legame tra Tufano e il clan Sequino, sodalizio criminale ricostituito alla Sanità: la madre del giovane è la sorella di un reggente dell'organizzazione camorristica. Almeno 12 i giovani che facevano parte del 'commando' della Sanità, almeno 5 le armi dalle quali sono stati esplosi i colpi d'arma da fuoco. Il tutto ha avuto inizio quando il gruppo della Sanità si è seduto a mangiare un panino a piazza Mercato
Cronaca - di Redazione Web

Due indagini, due blitz, una persona, Emanuele Durante, 20 anni, vittima in un primo caso, e carnefice nell’altro. Questa mattina, a Napoli, la Squadra Mobile della Questura e il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli hanno eseguito tre diverse ordinanze di custodia cautelare, due emesse dall’ufficio gip di Napoli e una dal gip per i minorenni partenopeo che hanno portato all’arresto di 16 persone, tra cui 6 indagati che non hanno compiuto ancora 18 anni. Le indagini, frutto del coordinamento investigativo tra le due procure, riguardano due distinti ma collegati episodi di violenza: l’omicidio di Emanuele Tufano, morto a 15 anni il 24 novembre 2024, e quello di Durante il 15 marzo scorso, delitti commessi con metodo tipicamente camorristico. Emanuele Tufano è stato ucciso nel corso di un conflitto a fuoco, iniziato in via Antonietta De Pace e concluso con la sua morte in via Carminiello al Mercato.
Chi ha ucciso Emanuele Tufano
Una sparatoria da Far West che ha visto contrapposti due gruppi di giovanissimi, appartenenti a due quartieri differenti (Sanità e Mercato) e iniziata con un gesto di “sfida” da parte di quelli del Rione Sanità: due di loro, nel corso di una scorribanda negli altri quartieri del centro cittadino, hanno “osato” sedersi al tavolino di una paninoteca di piazza Mercato. Poco dopo i componenti del gruppo della Sanità, 12 giovani armati, sono tornati sul posto trovando ad accoglierli i “nemici” della zona del Mercato, a bordo di scooter. I baby pistoleri si sono affrontati utilizzando almeno 5 armi ed esplodendo gli uni contro gli altri, ad altezza d’uomo e con l’intenzione di uccidere, numerosi colpi d’arma da fuoco. Emanuele Tufano, tra l’altro, è stato vittima di ‘fuoco amico‘, ucciso da uno dei componenti del suo stesso gruppo della Sanità per un errore. L’autore non è stato individuato né dagli investigatori né dal clan di appartenenza, che ha avviato una sorta di indagine interna per fare chiarezza sulla morte del 15enne. Lo scontro a fuoco era nato all’interno di contrasti tra gruppi criminali emergenti intenzionati ad acquisire potere in diversi quartieri cittadini.
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Perché è stato ucciso Emanuele Durante: il ruolo del clan Sequino
Identificate le 14 persone, otto maggiorenni e sei minori, che hanno partecipato allo scontro armato, tutti destinatari di un provvedimento cautelare. Per l’omicidio di Emanuele Durante, identificati i due autori. La sua morte era stata decisa, approvata ed attuata da affiliati al gruppo camorristico Sequino del quartiere Sanità, recentemente ricostituitosi per il ritorno in libertà di una serie di persone tra cui Salvatore Pellecchia, scarcerato il 22 gennaio scorso, figlio di Silvestro e fratello di Maria Grazia, madre di Emanuele Tufano. Emanuele Durante doveva morire non solo e non tanto per vendicare la morte dell’altro Emanuele, ma soprattutto per dimostrare la permanenza della egemonia dei Sequino sul territorio, anche a fronte di eventi che, seppur non strettamente legati a dinamiche di contrasto con altri sodalizi o a epurazioni interne, nell’ottica del potere criminale minavano l’immagine e la credibilità della cosca.