È morto Giovanni Paoli: figlio di Gino Paoli, giornalista e direttore di “Dillinger News” di Fabrizio Corona

Si apre con un saluto – CIAO GIOVANNI – il sito di Dillingernews. Giovanni è Giovanni Paoli, giornalista, figlio di Gino Paoli, direttore responsabile del media diventato noto per gli scoop dell’ex “re dei paparazzi” Fabrizio Corona. È morto a 60 anni, venerdì 7 marzo, per un infarto, all’unità coronarica dell’ospedale Niguarda di Milano.

Giovanni Paoli era figlio del cantautore e della sua prima moglie, Anna Fabbri. Era nato nel 1964. Aveva suonato da giovane nella band che accompagnava il padre nei concerti. Aveva studiato psicologia prima di dedicare la sua vita al giornalismo. Aveva cominciato nel settimanale Noi, era stato caposervizio nel settimanale Chi, vicedirettore del settimanale Voi, aveva collaborato per LeiStyle, Diva&Donna, per diverse testate ed editori da Mondadori a RCS. Era stato vice direttore a Novella 2000. Aveva realizzato anche un’intervista al padre con Ornella Vanoni, l’amore forse più raccontato tra stelle della musica italiana.

“È stato una certezza – si legge nel ricordo di Candida Morvillo pubblicato su Il Corriere della Sera – generosissimo verso i colleghi più giovani e incapace di risparmiarsi, perché era il primo ad arrivare, l’ultimo ad andar via. Tanti pezzi e copertine nascevano dalla sua capacità di leggere l’animo umano e cogliere i segnali di ciò che accadeva. Aveva un talento speciale per capire le persone, come dimostrano le interviste realizzate negli anni”.

Gino Paoli compirà 91 anni quest’anno. Ha avuto altri quattro figli da altre relazioni. Amanda Sandrelli nata nel 1964 come Giovanni Paoli dalla relazione con Stefania Sandrelli. Nicolò, Tommaso e Francesco nati nel 1980, nel 1992 e nel 2000 dal matrimonio con l’attuale moglie, Paola Penso. Giovanni Paoli lascia una figlia di 18 anni e la moglie.

“Giovanni lascia un vuoto incolmabile – si legge nel ricordo pubblicato su Dillingernews – Era come i gatti che tanto amava: solitario, intelligente, a tratti tagliente, ma dotato di una umiltà profonda — quella umiltà che solo le grandi anime possiedono. Anche nei momenti in cui la vita gli pesava, Giovanni non lo lasciava trasparire. Sceglieva di portare in silenzio i suoi fardelli, per non appesantire gli altri, per non intralciare la marcia del giornale a cui aveva dedicato tanto amore e impegno. Il nostro caro direttore non si è mai tirato indietro, non ci ha mai fatto sentire il peso delle responsabilità che ricadevano sulle sue spalle; invece, ci ha insegnato con pazienza, con dedizione, spingendoci sempre a dare il meglio di noi stessi”.