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Bambino morto in vacanza a Marsa Alam, Mattia Cossettini non aveva nessun tumore al cervello: “Non è come dicono in Egitto”
I risultati dell'autopsia: "È morto per un'emorragia causata da aneurisma cerebrale". I genitori lamentano la sottovalutazione dei sintomi dopo quel malore in barca
News - di Redazione Web

Mattia Cossettini non aveva alcun tumore al cervello, come avevano dichiarato le autorità in Egitto, dove era morto in seguito a un malore lo scorso gennaio, in vacanza con i genitori a Marsa Alam. Aveva 9 anni. A renderlo noto i genitori del bambino tramite l’avvocato Maria Virginia Maccari. “Nessun tumore al cervello e nessuna infezione da polmonite batterica, come erroneamente riportato dalla Direzione sanitaria del Mar Rosso. Mattia è morto per un’emorragia causata da un aneurisma cerebrale e si esclude, con certezza, la presenza di altre patologie concomitanti”.
Fin dal primo momento i genitori del bambino avevano detto di non sapere niente della patologia del bambino. Era orinario di Tricesimo, in provincia di Udine. Si trovava in Egitto in vacanza con i genitori, la famiglia era arrivata il 2 gennaio e sarebbe dovuta rientrare il 9 gennaio. Il bambino sarebbe caduto a terra all’improvviso. Uno svenimento dopo una gita in barca e i giochi sulla spiaggia. Quando si è ripreso aveva accusato un forte mal di testa. È stato curato con una flebo e alcuni farmaci dai medici del resort. Le sue condizioni sono peggiorate nella notte. Inutile il ricovero.
Le parole dell’avvocato, riportate dall’ANSA, sono arrivate dopo i risultati dell’esame autoptico condotto dall’Azienda Ospedaliero Universitaria di Udine. “Mattia era felicissimo della vacanza e fino a quella tragica escursione in barca non aveva manifestato alcun sintomo, nemmeno un raffreddore. Tanti sorrisi fino all’ultimo momento, allegro come tutti lo conoscevano, ma durante l’escursione in barca non c’è stata nessuna possibilità di chiamare o di ricevere i soccorsi”.
I genitori sostengono che “vi è stata sicuramente una sottovalutazione del quadro clinico iniziale; c’è poi stato un errore di refertazione da parte dei medici dell’ospedale generale governativo di Marsa Alam, che hanno interpretato la TC senza intervenire poi su Mattia per l’assenza di attrezzature, tenuto solamente in osservazione mentre i sanitari stimavamo le più svariate patologie, dal diabete alla broncopolmonite, citando addirittura il Covid come causa di un’ossigenazione bassa quando invece Mattia non aveva neanche la tosse. Rimasto invece su una lettiga di ospedale, con il cuscino della camera del resort, mentre i genitori tentavano invano un trasferimento presso un altro ospedale”.
Le parole dell’avvocato sollecitano “la necessità di sensibilizzare il governo egiziano per favorire protocolli nella gestione delle emergenze sanitarie nella zona del mar Rosso. Il primo ospedale attrezzato è situato a circa tre ore di auto e non sono disponibili mezzi di trasporto rapidi per raggiungerlo”. Circa 15 milioni di italiani vanno in Egitto ogni anno, circa un terzo nell’area del Mar Rosso.