La rubrica Sottosopra
Perché le democrazie occidentali sono in crisi: il problema sono le élites
La firma del Corriere sostiene che il sistema politico occidentale dev’essere dotato di nuovi strumenti, per tornare a funzionare. Ma il problema non è negli strumenti, è nell’ascesa di una minoranza opulenta che non rappresenta gli interessi del popolo
Editoriali - di Mario Capanna
Il progresso dell’Occidente non sarebbe stato possibile senza la schiavitù, il genocidio e il colonialismo.
(K. Andrews)
Recentemente, in un articolo di fondo sul Corriere della Sera, Aldo Cazzullo ha offerto una significativa analisi delle difficoltà che attraversano le attuali “democrazie”, difficoltà da lui considerate così numerose e profonde da fargli ritenere “l’Occidente mai così debole e incapace di iniziativa politica”. Elenca una serie di punti critici che stanno alla base del suo preoccupato giudizio. Riportarli in sintesi è utile, permette di cogliere la percezione che i poteri hanno di se stessi.
Punto primo: “La causa di Israele non è mai stata così impopolare”, come si è potuto evincere dal “durissimo discorso di Netanyahu all’Onu, in una sala che si andava svuotando…”.
Secondo: “L’America è appesa al verdetto del 5 novembre, polarizzata come non mai, spaccata in due metà pressoché equivalenti. (…) E già sappiamo che difficilmente lo stallo finirà il 6 novembre: se Trump perde, non riconoscerà la sconfitta; se vince, dovrà attendere per insediarsi due mesi e mezzo, che non saranno né sereni né produttivi”.
Punto terzo: “La storia politica di Macron potrà continuare per i due anni e mezzo di mandato che gli restano, ma nella realtà è già finita”. Quarto: “La Commissione di Ursula von der Leyen pare un’accozzaglia messa su per fermare l’ascesa dell’estrema destra”, e “il vero punto debole dell’Europa è il Paese che ne sembrava guida inscalfibile: la Germania. Il cancelliere Scholz è considerato un disastro dal suo stesso partito”. E non ride neppure… “il laburista Starmer che, dopo poche settimane, è già tra i premier più impopolari della storia del Regno Unito”.
L’elenco di Cazzullo continua, in un andirivieni di altri sconsolati rilievi, alcuni dei quali pure condivisibili, ma il punto debole è che tutto rimane in superficie. Sottolinea: “In un tornante della storia come quello che stiamo vivendo, i governi democratici non sono mai stati tanto fragili e impotenti”. Già: ma perché? Il Nostro non scende mai, per così dire, nel sottosuolo, a vedere le cause profonde che determinano “le nostre pericolose fragilità” (questo era il titolo del suo articolo). “Se questo è il livello delle nostre élites, l’Occidente non è messo benissimo”, aggiunge il giornalista, che poi si rifugia nell’empito consolatorio e sottolinea: “Però è l’unico Occidente che abbiamo. È la nostra parte di mondo. Resta la migliore in cui vivere”. E conclude: “Ma se non le si dà gli strumenti per prendere decisioni, affrontare i problemi delle persone e intervenire nelle crisi internazionali, la democrazia stessa è in pericolo”.
La mancanza di “strumenti per prendere decisioni” viene ritenuta la causa originaria della debolezza delle democrazie. Troppo superficiale e campata in aria come spiegazione. Il fatto è che la democrazia rappresentativa da tempo è stata trasformata (e fatta regredire) in una realtà formale e astratta, dove si vota ogni tanto per eleggere chi farà finta di occuparsi dei nostri problemi: mentre nei fatti a comandare, nella società dell’1 per cento, è la minoranza opulenta. Si è giunti così al trionfo della prepotenza – il primato del più forte – al posto dell’armonia, della giustizia e della pace da costruire fra le persone e i popoli.
Se, per esempio, gli Usa e l’Europa lasciano briglia sciolta a Israele e, con ogni sorta di appoggi e aiuti, ne sostengono l’aggressione sanguinosa contro i palestinesi, non è perché manchino loro “gli strumenti per prendere decisioni”, ma perché non hanno la volontà politica di far rispettare la legalità internazionale, facendo sì che sorga lo Stato palestinese che viva in pace con quello israeliano. Controprova incontrovertibile: nella guerra Russia-Ucraina-Usa-Nato, l’Occidente – con tutte le sue “democrazie” – ha ben dimostrato di avere a iosa “gli strumenti per intervenire nelle crisi internazionali”, allo scopo evidente di fiaccare prima la Russia, e poi insidiare la potenza cinese, a rischio di innescare uno spaventoso conflitto mondiale.
Al termine della sua… aerea analisi, il buon Cazzullo si ritrova con un pugno di mosche in mano. Non si accorge che la democrazia (rappresentativa) è in pericolo perché è stata trasformata nella democrazia degli assenti, anche in Italia la maggioranza dei cittadini non va a votare. Essendo chiaro che il voto è sì importante, ma è parte minima della democrazia: la sua anima è la partecipazione, cosciente e diffusa, dei cittadini. Averla rattrappita, frazionandola e disperdendola nella irrealtà dei social, e nella rinuncia alla partecipazione, è stato il successo più rilevante, per ora, del potere dei manovratori.
Per ora, dico. Perché è da augurarci di non dover vivere troppo a lungo in una situazione di delega prevalente, di asfissiante assenza di protagonismo consapevole e responsabile: è necessario realizzare il beneficio di immischiarsi, da protagonisti, nella cosa pubblica. La democrazia si rafforza con maggiore democrazia, ed è di questo che c’è bisogno. Dobbiamo sapere che il “miracolo” potrà realizzarsi solo con la ripresa di coinvolgenti e durevoli movimenti di lotta e di trasformazione. Anche per far sì che l’attuale non sia l’unico Occidente che abbiamo…