Le grane di Meloni con l'UE
Balneari, governo e Meloni sfidano l’Europa: pronta un’altra proroga delle concessioni almeno fino al 2027
Dovevano scadere alla fine del 2024, slitteranno al 30 settembre 2027, in sostanza quando il governo Meloni arriverà al termine natura del suo mandato. Parliamo delle concessioni balneari e dell’ennesima proroga che l’esecutivo è pronto a concedere alla categoria amica, sempre difesa a spada tratta dalla destra in questi anni contro le richieste della Commissione europea di dare seguito alla direttiva Bolkestein sulla messa a gara delle spiagge.
Secondo l’ultima bozza sulle disposizioni di urgenza in materia di concessioni demaniali su mari, laghi e fiumi, che a breve arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri, per “consentire l’ordinata programmazione delle procedure di affidamento e il loro svolgimento nel rispetto del diritto dell’Unione europea” le attuali concessioni balneari continueranno ad avere efficacia fino al 30 settembre 2027, nonostante le ripetute richieste di Bruxelles.
Le concessioni balneari prorogate al 2027
Cosa succederà dopo quella data? Dal 2027 le concessioni balneari saranno finalmente messe a gara, con una procedura di affidamento per l’esercizio delle attività turistico, ricreativo e sportivo, il tutto in “rispetto del diritto dell’Unione Europea”, oltre che “dei principi di libertà di stabilimento, di pubblicità, di trasparenza e di massima partecipazione”.
Non solo. Nella bozza si apre, almeno potenzialmente, ad un ulteriore slittamento della messa a gara. “In presenza di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva, secondo le modalità stabilite, entro il 30 settembre 2027, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa, l’autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 marzo 2028”, si legge nel testo del provvedimento.
A ben guardare dunque, di “rispetto” nei confronti delle istituzioni europee ce n’è poco: il progetto del governo Meloni sui balneari appare in realtà una evidente sfida agli ultimatum della Commissione.
Come funzioneranno le gare e gli indennizzi
Nella bozza è presento anche lo schema per le gare, che saranno gestite dai Comuni con bandi da pubblicare almeno sei mesi prima della scadenza della concessione: quelle nuove avranno una durata che va da un minimo di 5 a un massimo di 20 anni.
Un punto chiave riguarda gli indennizzi per chi lascia lo stabilimento, che riceverà da chi subentra: sarà, si legge nella bozza di cui dà conto Repubblica, “pari al valore degli investimenti effettuati e non ancora ammortizzati al termine della concessione” e “pari a quanto necessario per garantire al concessionario uscente un’equa remunerazione sugli investimenti effettuati negli ultimi cinque anni”, con criteri che saranno definiti in un decreto ad hoc del ministero delle Infrastrutture da pubblicare entro il 31 marzo 2025.