Velocista
Chi è Valentina Petrillo, la prima atleta trans italiana che gareggerà alle Paralimpiadi di Parigi 2024
È ipovedente, già in passato la sua partecipazione a gare femminile aveva scatenato critiche e proteste. "Sono vittima di odio di genere, rappresento una testimonianza di inclusione"
Sport - di Redazione Web
Valentina Petrillo gareggerà alle Paralimpiadi di Parigi, rappresenterà l’Italia nei 200 e 400 metri tra gli atleti con disabilità. Gareggerà nella categoria femminile dopo che ha iniziato il suo percorso di transizione nel 2019, supportata dal Gruppo Trans APS. Sarà la prima donna velocista italiana dichiaratamente transgender a gareggiare nelle gare femminili delle Paralimpiadi. Secondo il regolamento del Comitato Paralimpico, un atleta che è stata riconosciuta legalmente come femmina può competere nelle categorie femminili. Partecipazione che sta già facendo discutere e che riaccende i riflettori sul tema sport e genere dopo il caso di Imane Khelif, la pugile medaglia d’oro ai Giochi appena conclusi.
Petrillo ha vinto 11 titoli nazionali nella categoria maschile. L’anno scorso ha vinto due bronzi ai Mondiali di atletica paralimpica. Da quando aveva 14 anni soffre della sindrome di Stargardt, le sue capacità visive sono limitate a 1/50 del normale. È ipovedente, gareggia in classe T12 nel gruppo “Visually Impaired”. Si chiamava Fabrizio, classe 1973, è nata a Napoli. Ha avuto un figlio da un matrimonio. È già diventata la prima donna transgender a partecipare a una competizione femminile paralimpica, ai campionati italiani di atletica leggera del settembre 2020. La sua storia è stata raccontata nel documentario 5 nanomoli – Il sogno olimpico di una donna trans prodotto dalla Ethnos Film. Cinque nanomoli per litro di sangue è la quantità massima di testosterone consentita dal CIO alle atlete transgender per partecipare alle gare nella categoria femminile.
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Il sogno delle Paralimpiadi di Valentina Petrillo
Alla BBC ha dichiarato che “faccio ancora fatica a crederci e tengo i piedi per terra perché ho perso la mia possibilità di partecipare a Tokyo per poco. Inizierò a pensare ai Giochi di Parigi solo quando sarò arrivata in Francia. Questa mia partecipazione è un importante testimonianza di inclusione”. La sua partecipazione ha comunque sempre scatenato critiche da altre atlete che accusano capacità maggiori per la sua struttura fisica e biologica maschile. Un comitato di 30 atlete, in occasione dei Campionati italiani master indoor di Ancona, ha inviato una diffida alla FIDAL per via del suo ingresso negli spogliatoi femminili a causa dei suoi genitali maschili.
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Le critiche a Valentina Petrillo
“Un atleta uomo, ad Ancona, mi ha accusato di voler vincere facile e mi ha invitato a correre nella sua categoria. A tutte queste persone – ha raccontato in un’intervista a Il Corriere della Sera – faccio presente che io rispetto le regole, non accetto accuse basate sul nulla. Sono vittima di odio di genere, tanto grave quanto la xenofobia verso un atleta che non è considerato italiano perché di colore, come Paola Egonu”. Dopo minacce e insulti, Petrillo in passato ha rinunciato a partecipare al World Masters Athletics in Polonia. Ha raccontato che si sottopone a esami del sangue ogni settimana per misurare i livelli di testosterone e a terapie ormonali femminilizzanti.
Il caso a Parigi 2024
Destra indignata, sovranisti ed estremisti sconvolti. Più misurate, rispettose, comunque aperte al dibattito su un tema controverso le parole di Andrew Parsons, presidente del Comitato Paralimpico Internazionale (Ipc). “Sono preparato alle critiche. Ma dobbiamo rispettare le regole. Per il momento le regole mondiali di atletica le permettono di competere, quindi sarà la benvenuta come qualsiasi altro atleta. Penso che sia giusto che trattiamo (gli atleti transgender, ndr) con rispetto. Ma penso che la scienza dovrebbe darci risposte, perché vogliamo anche essere equità con gli altri atleti. Quello che mi piacerebbe vedere in futuro è che tutto lo sport abbia una posizione unitaria in merito”.
Le Paralimpiadi andranno in scena dal 29 agosto all’8 settembre. La prima donna transgender dichiarata a partecipare alle Olimpiadi, a Tokyo nel 2021, è stata Laurel Hubbard, Nuova Zelanda. Disciplina del sollevamento pesi. Non completò i suoi esercizi e tornò a casa senza medaglie.