4 giugno 1994
Com’è morto Massimo Troisi: la malattia, la causa, le ultime riprese de “Il Postino”, i funerali
A 30 anni dalla morte dell'attore napoletano, la sua opera resta ancora freschissima, colpisce ancora nel segno
Cinema - di Redazione Web
Anni fa in un’intervista a Il Corriere della Sera l’attrice, showgirl e modella Nathaly Caldonazzo raccontò di una delle prime volte che incontrò Massimo Troisi. “Parlando sul divano pieno di sole, sentii questo tic tic … ‘Cos’è?’, gli chiesi. E lui: ‘O core mio. E mi raccontò della valvola ma senza particolare preoccupazione”. Era il 4 giugno del 1994 quando l’attore e comico napoletano che rivoluzionò la commedia italiana e l’immagine del maschio moriva a Roma. E 30 anni dopo il suo ricordo e la sua opera sono ancora attuali, colpiscono ancora nel segno. “Morto Troisi, viva Troisi!”, il titolò che pubblicò L’Unità il giorno dopo.
A Napoli in tanti sostengono di ricordare sempre dove si trovavano esattamente quando seppero la notizia. Massimo Troisi aveva 41 anni, aveva finito 12 ore prima di girare le ultime scene del film Il Postino. Le sue condizioni erano peggiorate proprio durante le riprese. Sottoposto a un controllo medico negli Stati Uniti, in Texas, i medici gli avevano consigliato un trapianto. Le valvole che gli erano state impiantate si erano deteriorate. L’attore scelse di tornare in Italia e finire Il Postino: di finirlo “col suo cuore”. Per alcune scene fu usata una controfigura.
Com’è morto Massimo Troisi
Soffriva fin da bambino di febbre reumatica, cosa che gli comportò una grave degenerazione della valvola mitrale. Da bambino fu anche operato a Houston, negli Stati Uniti, nel 1976. Per aiutarlo gli amici dell’attore e regista organizzarono una colletta. Un delicato intervento al cuore. Massimo Troisi morì a causa di un attacco cardiaco nel sonno, aveva pranzato a casa della sorella a Ostia prima di mettersi a riposare. La sorella gli chiese se volesse il caffé. “No, grazie, m’ ‘o piglio quanno me sceto”. Secondo quanto riporta L’Unità del 5 giugno 1994, ad accorgersi che qualcosa non andava fu il cognato, che non riusciva a svegliarlo. Fu chiamata un’ambulanza, dapprima senza medico. Quando arrivò sul posto un’unità mobile di rianimazione, purtroppo già non c’era più niente da fare.
Massimo Troisi e il film “Il Postino”
Troisi non avrebbe mai visto Il Postino, diretto da Michael Radford con Maria Grazia Cucinotta e Philippe Noiret. Il film, trasposizione del romanzo di Il postino di Neruda di Antonio Skármeta, fu anche candidato ai Premi Oscar in cinque categorie e ne vinse uno, quello per la miglior colonna sonora di Luis Bacalov. Troisi fu catturato immediatamente dal libro e volle a tutti i costi comprarne i diritti per trasformarlo in un film. E scelse Redford. Al cuore dedicò la sua poesia O’ssaje comme fa ‘o core, che l’amico Pino Daniele trasformò anche in una canzone.
La morte di Massimo Troisi scosse l’ambiente intero del cinema e degli spettacoli italiano. Sotto casa a San Giorgio a Cremano si radunò una folla di persone. Qualcuno telefonò ad Alfredo Troisi, il padre ex ferroviere, per chiedergli se non si trattasse di uno scherzo. “Ha contribuito enormemente a diffondere un’immagine di Napoli lontana mille miglia dai cliché abusati, irridendo a vecchi luoghi comuni e contribuendo a disegnare quella nuova identità che la nostra città deve sempre più conquistare”, il ricordo del sindaco dell’epoca Antonio Bassolino. I funerali si tennero a San Giorgio, il suo Comune natale in provincia di Napoli.