Il massacro dei profughi
A Rafah lo schiaffo di Israele e Netanyahu all’Aia: le bombe sul campo profughi un atto di terrorismo
Bombe su un campo di sfollati, decine di vittime e centinaia di feriti tra cui molti bambini. Borrell: “inorridito”. Il premier israeliano: “Grave incidente”, aperta un’indagine
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Il massacro di profughi. La risposta israeliana alla Corte dell’Aia. “Le informazioni che giungono da Rafah su ulteriori attacchi a famiglie in cerca di riparo sono terribili. Ci sono notizie di vittime di massa, fra cui bambini e donne. Gaza è un inferno in terra. Le immagini di ieri sera ne sono un’ulteriore testimonianza”.
Lo afferma l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, in un post su X.” A seguito di un attacco aereo israeliano che nella notte di domenica ha colpito un campo per sfollati a Tal Al Sultan, a Rafah, 180 feriti e 28 morti sono stati portati al Centro per la stabilizzazione per pazienti con traumi supportato da Medici Senza Frontiere (Msf) che lo rende noto”.
“Siamo inorriditi, quello che è successo dimostra ancora una volta che nessun luogo è sicuro a Gaza. Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato e duraturo”, ha detto l’infermiera italiana Gaia Giletta da Rafah. Il Centro è stato aperto il 15 maggio nella zona di Tal Al Sultan per ricevere i pazienti vittime di traumi.
“In pochi secondi, hanno bombardato una zona di tende a Rafah con più di otto missili. Non ci sono pietre o tetti; solo metallo e teli di nylon! Centinaia di persone pensavano di dormire al sicuro e di sfuggire alla morte. Ora, invece, decine di persone stanno morendo e decine o centinaia di persone sono ferite. Nessuno conosce ancora il numero esatto. Per non parlare del fatto che l’incendio ha bruciato tutto ciò che la gente possiede”.
Questa la testimonianza di un giovane attivista di ActionAid, condivisa in una nota con cui l’organizzazione umanitaria “condanna con la massima fermezza questo atto disumano”, ed esprime “profonda indignazione” in merito ai “recenti attacchi nell’area ovest di Rafah, dove sono stati colpiti i rifugi di fortuna che ospitano sfollati palestinesi, situati accanto ai magazzini dell’Agenzia Onu per i profughi palestinesi (Unrwa), contenenti aiuti umanitari vitali. Luoghi– scrive ancora l’Ong- che dovrebbero essere sicuri per i civili, e che invece sono diventati bersagli di una violenza brutale. Bambini, donne e uomini sono stati bruciati vivi sotto le loro tende”.
ActionAid fa inoltre sapere di aver ricevuto dai propri partner locali a Gaza immagini di “corpi carbonizzati” a causa dell’attacco, fotografie che definisce “una cicatrice sul volto dell’umanità e della comunità globale, che finora non è riuscita a proteggere la popolazione. Un nostro collega è sfuggito per poco a questa atrocità, avendo lasciato il rifugio solo un giorno prima dell’attacco”.
Col trascorrere delle ore, cresce il bilancio delle vittime: almeno 45 morti, oltre 200 i feriti. Un bilancio provvisorio, destinato a crescere. “Sono inorridito dalle notizie che arrivano da Rafah sugli attacchi israeliani che hanno ucciso decine di sfollati, tra cui bambini piccoli. Condanno questo fatto con la massima fermezza”.
Lo scrive su X l’alto rappresentante Ue Josep Borrell. “Non esiste un luogo sicuro a Gaza. Questi attacchi devono cessare immediatamente. Gli ordini della Corte internazionale di giustizia e il diritto internazionale umanitario devono essere rispettati da tutte le parti”, aggiunge.
La vicepresidente del consiglio spagnola, Yolanda Díaz, ha richiamato per consultazioni immediate l’ambasciatrice spagnola in Israele, Ana María Salomon, dopo “l’atroce crimine di guerra” commessi con i raid a Rafah che hanno fatto almeno 45 morti.
“Israele è tornato a commettere un altro atroce crimine di guerra”, ha scritto Diaz, leader della coalizione della sinistra spagnola Sumar, affermando che il governo non può “normalizzare le relazioni diplomatiche” con l’esecutivo di Benjamin Netanyahu.
“Dobbiamo chiamare per consultazioni immediate la nostra ambasciatrice”, ha aggiunto, ribadendo il fatto che il governo spagnolo sostiene “l’iniziativa sudafricana alla Corte di Giustizia internazionale”, in riferimento alla denuncia presentata per presunto genocidio a Gaza.
L’Onu chiede a Israele un’indagine “approfondita e trasparente” sui civili uccisi a Rafah e di “adottare misure immediate per proteggere meglio i civili”.
Lo ha detto il coordinatore speciale per il processo di pace in Medio Oriente, Tor Wennesland. “Condanno gli attacchi aerei israeliani della scorsa notte che hanno colpito le tende degli sfollati – ha precisato – anche se l’Idf ha detto di aver colpito un’installazione di Hamas e di aver ucciso due militanti del gruppo durante gli attacchi, sono profondamente turbato dalla morte di così tante donne e bambini”.
Il Procuratore generale militare, israeliano, la generale Yifat Tomer Yerushalmi, ha affermato che il raid su Rafah è “sotto indagine”. “I dettagli del grave incidente – ha spiegato – sono ancora sotto inchiesta, che ci impegniamo a portare avanti al massimo”. Poi ha aggiunto che “sono aperte 70 inchieste dalla Polizia militare per sospetti incidenti criminali durante la guerra”.
Indignati. Inorriditi. Ma, nei fatti, impotenti e complici. I grandi della Terra succubi del governo stragista d’Israele. Non è antisemitismo, ma la presa d’atto dei crimini contro l’umanità che si stanno perpetrando nel più grande cimitero al mondo: Gaza.