La denuncia
Filippo Mosca e Luca Cammalleri detenuti in Romania, i due trasferiti in carcere a Bucarest: “Condizioni peggiorate”
Per Filippo Mosca e Luca Cammalleri, i due giovani italiani di Caltanissetta condannati lo scorso 17 maggio in Appello dalla giustizia romena a 8 anni e tre mesi di reclusione per traffico internazionale di stupefacenti, assieme ad una terza ragazza italiana (della quale non si conosce l’identità, ndr), sono stati trasferiti nel carcere Rahova della capitale Bucarest, in condizioni ancora peggiori rispetto a quelle già drammatiche nel penitenziario di Porta Alba a Costanza.
Perché Filippo Mosca è recluso in Romania
A denunciarlo è la madre di Filippo, 29 anni, arrestato il 3 maggio dello scorso anno. Mosca aveva deciso con alcuni amici di recarsi ad un festival che ogni anno all’inizio di maggio si svolge a Costanza, in Romania, al Teatro estivo: era stato fermato e arrestato per traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
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Con Mosca e Cammalleri anche la ragazza italiana, loro conoscente, della quale non si conosce l’identità, che si era fatta recapitare il pacco nell’albergo dove erano alloggiati Mosca e Cammalleri, al cui interno invece di cosmetici la polizia aveva trovato 150 grammi di droga.
Il trasferimento nel carcere Rahova
Come spiegato al Tg1 da Ornella Matraxia, la madre di Filippo, il figlio e i suoi amici sono stati trasferiti nel carcere della capitale lunedì mattina.
“Ho sentito mio figlio pochi minuti al telefono e mi ha detto che sono in una piccola cella in 6, hanno poco spazio e non sanno dove mettere abiti ed effetti personali ed il cibo continua ad essere scadente, ma per fortuna lui è stato lasciato in compagnia dell’amico Luca. Purtroppo, per loro è prevista la prosecuzione del carcere duro quindi non può fare altre attività e per le visite c’è il vetro che separa”, ha raccontato la madre.
“Adesso il caso è seguito dall’avvocato Armida Decina di ‘Nessuno tocchi Caino’ – dice Matraxia – che ha chiesto la collaborazione di un collega a Costanza per avere tutto il fascicolo che sarà utile per sbloccare l’iter di trasferimento definitivo di Filippo, di Luca e della ragazza in Italia. Chiediamo al ministro Tajani, all’ambasciata italiana in Romania ad aiutarci per riportare i ragazzi nel nostro Paese”.
Il processo contro Filippo Mosca
I giudici romeni per i giovani italiani hanno sempre respinto la richiesta di arresti domiciliari, presentata più volte dai legali di Mosca e dei suoi due amici. In primo grado, nel dicembre scorso, erano stati tutti condannati a 8 anni e tre mesi, sentenza confermata in toto anche in Appello.
Per Ornella Matraxia si tratta di una “sentenza farlocca”, basata su “costruiti ad hoc, ma non ci aspettavamo nulla di diverso. Era chiaro sin dall’inizio che non l’avrebbero cambiata, i segnali c’erano tutti, c’erano quando sono stati fatti uscire dall’aula i rappresentanti dell’Ambasciata italiana a Bucarest, c’erano quando hanno rigettato per l’ennesima volta la richiesta di domiciliari. L’atteggiamento di fondo era quello”, spiega all’AdnKronos la madre di Filippo Mosca.
L’obiettivo ora, nonostante l’Appello non abbia portato a miglioramenti, è quello di “far rientrare i ragazzi in Italia nel più breve tempo possibile, accelerare il processo di trasferimento perché possano smettere di soffrire dentro quelle carceri così dure”.