L'allarme del Pd
Aborto, meloniani e Vannacci firmano manifesto pro-vita: “194 sotto attacco”
Bonino: “Si fanno chiamare pro-vita, ma ignorano i dati: dall’approvazione della legge il numero di aborti calato di oltre il 70%”
Politica - di Angela Stella
A 46 anni dall’approvazione della legge 194 sulla interruzione volontaria della gravidanza la politica e le associazioni si spaccano come se non fosse un diritto acquisito.
Al Senato durante una conferenza stampa il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama ha presentato un manifesto dei valori redatto da Pro Vita & Famiglia onlus che ha al suo primo punto l’impegno per “la difesa della vita umana e contrasto all’introduzione dell’aborto come valore comune nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea”.
In caso di elezione al Parlamento europeo, uno dei principali obiettivi “sarà il sabotaggio, e vi assicuro che in questo settore sono un professionista, di tutte le iniziative che si propongono di distruggere i valori occidentali”, ha promesso il generale Roberto Vannacci, candidato con la Lega alle elezioni europee, in collegamento con la conferenza stampa per aderire al manifesto.
Contemporaneamente alla Camera l’Associazione Luca Coscioni incontrava la stampa e denunciava che dal 1978, anno dell’approvazione delle legge, e a 15 anni dalla introduzione della procedura farmacologica, l’effettiva possibilità di accedervi è negata o incerta per molte donne.
“La legge 194 è sotto attacco”, è l’allarme lanciato ieri dalle esponenti del Partito democratico che al Nazareno hanno annunciato una mobilitazione in difesa della legge.
Tra le iniziative presentate dai dem, una risoluzione da presentare in tutti consigli regionali, per impegnare Giunta ed Assemblea Legislativa “ad esprimere il proprio dissenso nelle sedi competenti, a cominciare dalla Conferenza delle Regioni, rispetto alla norma inserita nel decreto per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza”, con l’accesso delle associazioni Pro Life nei consultori.
E a rafforzare, “nonostante i mancati trasferimenti e il sottofinanziamento statale, l’impegno di investimento nei Consultori famigliari in quanto strutture che rappresentano le sedi deputate a garantire la tutela della salute delle donne in un contesto di libertà e autonomia”.
Per la senatrice dem Cecilia D’Elia: “Il fatto che delle associazioni che si autodefiniscono pro-vita pensano che si rispetti la vita contro le donne e la loro volontà e la loro autodeterminazione rappresenta una vocazione autoritaria che non tiene conto di quello che le donne hanno detto, della loro esperienza, del fatto che è grazie alle donne che l’aborto è diventato oggetto di discussione pubblica e si è affrontato questo problema”.
Bene ha fatto dunque il Parlamento europeo “a votare una risoluzione che, prendendo l’esempio della Francia, pone il tema a livello costituzionale. Perché davvero costringere una donna una gravidanza non desiderata è profondamente illiberale: ne va della cittadinanza e dell’autonomia di quella donna” ha concluso la dem.
Non poteva mancare un commento della leader di +Europa Emma Bonino: “Le associazioni anti-abortiste tanto sponsorizzate da questo Governo si fanno chiamare pro-vita. Ma ignorano la libertà di scelta delle donne sul proprio corpo. E soprattutto ignorano i dati. Dall’approvazione della legge 194, ben 46 anni fa, il numero degli aborti si è ridotto di oltre il 70%. Ma c’è di più: i casi di morte di donne per Aborto clandestino si sono praticamente azzerati nel nostro Paese”.