Da Decaro al caso Toti

La democrazia al servizio dei Pm: così la politica si è fatta sottomettere dalle procure

Se la politica avesse usato un decimo della passione che ha usato nella battaglia di Toti per altre battaglie minori, avrebbe ridato respiro e pensiero alla democrazia morente. Ha preferito non farlo e i magistrati si sono fregati le mani. Hanno avuto la conferma: i politici - di sinistra e di destra - sono al nostro servizio.

Editoriali - di Piero Sansonetti

14 Maggio 2024 alle 17:00

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La democrazia al servizio dei Pm: così la politica si è fatta sottomettere dalle procure

Non è che bisogna stupirsi, o lagnarsi, se i Pm sono i veri Deus Ex Machina della politica italiana. Dico meglio: sono i prìncipi che dettano legge e subordinano al loro potere il potere democratico. Sicuramente c’è anche un problema di leggi e di ordinamenti. Ma soprattutto c’è un problema di “Spirito Pubblico”.

Se la politica è capace di appassionarsi e accendersi solo quando sente le manette tintinnare, e brillare all’orizzonte la possibilità che qualche avversario (o amico poco gradito) finisca in cella, è naturale che i prìncipi non siano i leader politici carismatici ma i magistrati che stabiliscono chi e quando mettere dietro le sbarre.

E la battaglia politica non si fa più con le idee, o i comizi, o il pensiero, o la teoria, o i cortei, o le lotte in parlamento: si fa intrecciando rapporti più o meno espliciti con settori chiave della magistratura e con i suoi funzionari. Sta bene questo a chi governa la magistratura? Si, sta bene.

L’Anm ha dimostrato largamente che quel che le interessa sopra ogni altra cosa è impedire riforme che possano ridurre il potere (lo strapotere) dei magistrati, e soprattutto dei Pm e dei Gip che oggi sono vicini di banco e detengono un “Potere Fisico” straordinario sui comuni cittadini (possono a loro piacere mettere in prigione chiunque: altro che i pestaggi degli amici di Fedez…). Il resto non è al centro delle loro attenzioni. (Cioè: è alò centro delle attenzioni di una parte nobilissima ma assolutamente minoritaria della magistratura).

E per impedire ai politici di varare leggi troppo favorevoli al ritorno dello Stato di Diritto, i magistrati d’assalto usano l’arma che conoscono meglio: le manette. E spesso le usano al di sopra della legge, che renderebbe quasi impossibile la carcerazione preventiva, ma che nessuno rispetta.

Per la semplice ragione che è proprio chi viola abitualmente questa legge delegatio a giudicare se stesso e dire se l’ha violata o no. Cortocircuito istituzionale? Piuttosto io parlerei di eversione autoritaria.

E la politica? Se avesse usato un decimo della passione che ha usato nella battaglia di Toti per altre battaglie minori, tipo salario minimo, rilancio della sanità pubblica, accoglienza o respingimento dei migranti, reddito di cittadinanza, superbonus, conferma o rottura degli accordi con gli stati canaglia (Tunisia, Libia…), diritti civili, sicurezza sul lavoro, pensioni… e mi fermo qui, beh se avesse usato un decimo di quella passione avrebbe ridato respiro, linfa e pensiero alla democrazia morente. Ha preferito non farlo. E giustamente i magistrati si sono fregati le mani. Hanno avuto la conferma: i politici – di sinistra e di destra – sono al nostro servizio.

14 Maggio 2024

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