La polemica
Perché la SugarTax: che cos’è la legge e quando entra in vigore in Italia
Non solo lo scontro politico interno alla maggioranza di governo, tra Tajani e Giorgetti ma anche l'allarme lanciato dalle associazioni di categoria: il rischio è quello della perdita di 5mila posti di lavoro
Economia - di Redazione Web
“La Camera con il parere favorevole del governo ha approvato un ordine del giorno per rinviare di un paio di anni la Sugar tax. Quindi, ripeto, parere favorevole dell’esecutivo. Se dovesse passare l’aumento del Mef il costo delle bevande si alzerebbe, le aziende vedrebbero contratte le vendite, si perderebbero posti di lavoro: questa normativa italiana sarebbe disallineata rispetto alle norme europee. L’ha proposta con un emendamento il Mef, ma per noi è stata fatta a sorpresa. Non va bene e noi siamo comunque contrari ad altri aumenti sulle tasse“. Così Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, sulla Sugar tax.
Perché la SugarTax
È proprio questo nuovo provvedimento che ha scatenato nuove polemiche, sia in seno alla maggioranza (con uno scontro tra ministri, Giorgetti all’Economia e appunto Tajani, vice premier agli Esteri) che nell’opinione pubblica. Tante associazioni, enti e organizzazioni (sindacali, di categoria, in rappresentanza dei consumatori) si sono espresse in modo contrario. “Sulla Sugar Tax riscontriamo da anni un atteggiamento ambiguo da parte della politica, quando invece servirebbe una presa di posizione chiara e coerente: una misura del genere potrebbe avere ricadute occupazionali pesanti su uno dei comparti più importanti della nostra industria alimentare, senza creare alcun beneficio in termini di salute pubblica“. Ha scritto, per esempio, sulla pagina Facebook della Fai-Cisl il segretario generale, Onofrio Rota, commentando la notizia della parziale applicazione della Sugar Tax prevista dal primo luglio 2024.
Che cos’è la Sugar Tax
“La lotta al cosiddetto junk food – aggiunge il sindacalista – va realizzata con un progetto educativo di ampio respiro che coinvolga il mondo della scuola, della sanità e delle tante imprese italiane che da anni stanno investendo per apportare innovazioni di processo e di prodotto a vantaggio della salute e dell’ambiente. Si incentivi piuttosto questo tipo di innovazioni, anziché gravare sulle tasche dei consumatori con una nuova tassa che non porterebbe ad alcun risultato nella lotta a obesità e altre malattie, come peraltro riscontrato già in altri paesi. Al Governo – conclude Rota – chiediamo di cancellare questa misura e investire piuttosto a sostegno alla dieta mediterranea e di consumi alimentari più consapevoli, nella certezza che un balzello come la Sugar Tax finirebbe soltanto per danneggiare lavoratori e imprese“.
Quando entra in vigore la Sugar Tax
La Sugar Tax è un’imposta sul consumo di bevande edulcorate e altri prodotti come bibite gassate, succhi di frutta e dolcificanti. L’obiettivo è quello di contrastare l’obesità, il diabete e le problematiche di salute derivanti da un consumo esagerato di zuccheri aggiunti. Secondo il governo, l’aumento dei costi di questi prodotti, dovrebbe spingere i consumatori ad avere un regime di vita più sano e salutare. La legge dovrebbe entrare in vigore dal prossimo primo luglio. “La Sugar tax partirà dal 1° luglio: la notizia ci lascia senza parole. Perché dopo una serie di rassicurazioni ricevute anche dai precedenti Esecutivi, è proprio il Governo attuale, che tanto si è speso per abolire questa tassa, il primo a farla partire con un preavviso di poco più di un mese. Questa imposta avrà un impatto devastante sul settore delle bibite, sui consumatori, sull’economia del Paese“, ha dichiarato Luca Busi, amministratore delegato di Sibeg Coca-Cola, stabilimento siciliano che imbottiglia e distribuisce le bevande a marchio The Coca-Cola Company, con oltre 400 dipendenti.
Sugar Tax: le opinioni politiche
“Il Governo è andato dritto per una strada che trascina tutti in un burrone – conclude Busi – solo in Sibeg la Sugar tax determinerà un taglio di 120 posti di lavoro. Questa imposta distruggerà l’intero settore delle bevande, non solo quelle gassate, ma anche the, bibite vegetali, acque con vitamine, succhi pastorizzati e sport drink. Una politica che non ascolta le ragioni del tessuto imprenditoriale e produttivo, con strategie politiche distanti – addirittura contrarie – all’obiettivo di crescita e di sviluppo industriale, non fa altro che decimare un sistema che già a fatica si regge in piedi. Noi non ci fermeremo fino alla fine – conclude Busi – scendendo in piazza, continuando la nostra battaglia contro una tassa iniqua – lanciata solo per fare cassa – cercando di portare avanti le nostre ragioni, che poi sono quelle di tutti“.
Cosa pensano della Sugar Tax i sindacati di categoria
”Abbiamo appreso con stupore e rammarico la notizia di una seppur parziale applicazione della Sugar tax dal 1° luglio di quest’anno, a fronte delle ripetute rassicurazioni ricevute da diversi membri del Governo negli ultimi mesi”, ha invece affermato il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, in una nota stampa. “Siamo ancora fiduciosi – prosegue Mascarino – che possa trattarsi di un disguido, considerato che la Relazione Tecnica, di cui ha dato conto anche la principale agenzia di stampa nazionale, faceva esplicito riferimento al rinvio sia della Plastic Tax che della Sugar tax al 1° luglio 2026. Auspichiamo quindi un pronto intervento del Governo volto a correggere una misura ideologica e non efficace, che rischia di attivare un nuovo pericoloso processo inflattivo sui beni di consumo e di danneggiare le nostre esportazioni in tutto il mondo. L’applicazione di una tassa sulle bevande zuccherate in Italia – osserva il Presidente di Federalimentare – crea inoltre un vulnus drammatico alla posizione italiana sui temi della nutrizione ma soprattutto crea un pericolosissimo precedente. Alla vigilia di scadenze importantissime come il rinnovo delle istituzioni europee e il vertice delle Nazioni Unite sulle malattie non trasmissibili, dove è già forte la pressione a favore dell’applicazione di tasse non solo sulle bevande zuccherate, ma anche sulle bevande alcoliche e su tutti i prodotti ricchi di sale, grassi o zuccheri, cioè i nostri vini, i nostri formaggi, i nostri salumi e tutti i principali prodotti del made in Italy, l’Italia di fatto si consegna e si arrende ai propri avversari storici.
Gli imprenditori e la Sugar Tax
Abbiamo sempre apprezzato – continua Mascarino – la posizione pragmatica tenuta dal Governo Meloni su questi temi in ambito internazionale, contraria a misure che attribuissero a un singolo alimento o a un singolo ingrediente la responsabilità dell’aumento dell’obesità, patologia multifattoriale che può essere combattuta efficacemente solo attraverso l’educazione alimentare e la promozione di stili di vita sani, come la Dieta mediterranea. L’applicazione di una tassa su generi alimentari in Italia darebbe senza dubbio nuova linfa ai fautori del Nutriscore e di altre misure discriminatorie verso il made in Italy. Auspichiamo pertanto – conclude Mascarino – che il Governo possa rivedere al più presto questa norma, che a fronte di un gettito irrisorio colpirebbe principalmente piccole e medie imprese italiane, rischiando peraltro di affossare per sempre alcuni marchi storici della nostra tradizione. L’errore nel testo del decreto-legge è ancora reversibile, mentre i danni che causerebbe la sua applicazione alle imprese del nostro Paese sono incalcolabili e irreversibili”. Secondo Assobibe, associazione italiana dell’industria delle bevande, sarebbero ben 5.000 i posti di lavoro a rischio con l’introduzione della tassa e un aumento del 28% della fiscalità per le imprese.