Il cantante e polistrumentista
Elio e le Storie tese, il figlio e l’autismo: “Classi divise di Vannacci? Ghettizzazione, lo Stato non c’è per le famiglie”
L'assenza dello Stato per le famiglie. "Noi ci siamo potuti permettere che fosse seguito. Ma chi non ha i soldi? Quando il pubblico dovrebbe riequilibrare le differenze si accentuano le diseguaglianze". La solitudine di chi affronta le disabilità
Spettacoli - di Redazione Web
Stefano “Elio” Belisari detto solamente Elio anche perché noto come frontman, cantante e polistrumentista del gruppo Elio e le Storie Tese è tornato a parlare di autismo, del figlio Dante, di inclusione, di assistenza anzi assenza dello Stato per le famiglie e le persone affette di disabilità. Lo ha fatto in una lunga intervista a Il Corriere della Sera. Un dialogo dal campo molto più largo in verità alla vigilia del tour estivo “Mi resta solo un dente e cerco di riavvitarlo” e in vista del Concertozzo del 26 maggio a Monza, quando la band suonerà in piazza dalle 15:00 a mezzanotte con altri ospiti. Belisari confessa che oggi sono in pochi a farlo ridere: soprattutto Valerio Lundini. E ricorda di quando il gruppo sfiorò la vittoria del Festival di Sanremo e di quando per La terra dei cachi scattò un’inchiesta giudiziaria.
Prima del live di Monza la band incontrerà le associazioni dell’autismo, famiglie e persone interessate dalla sua stessa situazione e problemi. Belisari ha un figlio di 14 anni affetto da autismo, si chiama Dante. Ha raccontato che con la compagna se ne accorse presto, quando il bambino era molto piccolo. E cominciarono subito i problemi. “Non esiste un numero di telefono a cui rivolgerti, un indirizzo dove andare. Ti rendi subito conto che l’autismo di un figlio si coniuga con la assoluta solitudine dei genitori. E questo vale per ogni tipo di disabilità”.
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L’assenza dello Stato per le famiglie
Dante ha 14 anni, è consapevole. “Per lui tutto è stato fatica: mettersi una maglietta, andare in bagno, parlare. Tutto gli è stato insegnato. Lui ha faticato tanto, ma noi ci siamo potuti permettere che fosse seguito. Ma chi non ha i soldi? Anche qui, proprio quando la mano pubblica dovrebbe riequilibrare le differenze, invece si accentuano le diseguaglianze sociali. Esistono associazioni, ma sono private. Non c’è nulla di pubblico che affronti il problema dell’autismo e sia vicino alle famiglie”. Dolorose le parole del musicista, soprattutto pensando a quante altre famiglie appartengano, sul futuro del figlio immaginato sia come il sogno di una vita libera che come un incubo, considerando anche i tagli all’assistenza per i disabili.
Elio e le parole di Vannacci sulla scuola
Di pochi giorni fa le dichiarazioni del generale Roberto Vannacci, candidato per la Lega alle elezioni Europee, che in un’intervista a La Stampa aveva ipotizzato classi divise in base alle capacità degli studenti. “È un’idea vecchissima, superata dall’esperienza. Quello che fa bene è l’inclusione. È quello che deve accadere per portare benefici ai nostri figli. Bisogna che questi ragazzi siano aiutati a crescere insieme agli altri. Non separati. E questo fa bene a tutti, l’obiettivo è quello dell’autonomia e dell’indipendenza, per quanto possibile. Il percorso delle classi differenziali invece porta alla ghettizzazione”.