L'assalto delle Guardie
I crimini della Tunisia con i soldi italiani, e Meloni che fa?
Se risultasse vero che la Guardia Tunisina ha speronato e colato a picco una barca di naufraghi, non ci resterebbe da fare altro che interrompere ogni forma di collaborazione con la Tunisia. Perché l’alternativa è una sola. È dire: bene, hanno ucciso sei bambini? Vuol dire sei profughi in meno in Italia…
Editoriali - di Piero Sansonetti
Avete letto l’articolo splendido e tragico di Sarita Fratini che pubblichiamo sul nostro giornale? Se siete riusciti a non farvi travolgere dall’emozione o dalla rabbia vuol dire che avete un sistema nervoso a prova di bomba. Io non ce l’ho.
Mi auguro che anche Giorgia Meloni legga questo articolo. E ne prenda atto. Sul piano politico e sul piano più semplice dei suoi sentimenti. La Guardia tunisina ha ucciso sei bambini piccoli (non vi parlo nemmeno degli altri dieci adulti assassinati), lo ha fatto intenzionalmente e lo ha fatto utilizzando le nostre motovedette. Nostre nel senso di italiane.
Non è un crimine sul quale si può sorvolare. Non tiene nessun ragionamento né di utilità né di realpolitik. Il nostro paese offre ai tunisini i mezzi coi quali operare dei crimini. A favore del governo tunisino, che è responsabile di questi crimini e per quel che ne sappiamo li copre, l’Italia stanzia molti milioni. E anche l’Europa.
Il motivo del finanziamento è la richiesta di impegno al governo tunisino per ridurre le partenze di migranti dalle coste africane. Lasciamo stare qualunque discussione di principio su accoglienza e respingimento, sull’articolo 10 della Costituzione, sulla legge del mare e tutto il resto. C’è però un limite oltre il quale non si può andare e sono sicuro che Giorgia Meloni conosce questo limite e non intende superarlo.
Non si fida di questo reportage? Immagina che ci possano essere scritte cose non vere? Che le testimonianze tutte coincidenti dei superstiti siano un caso? Benissimo, convochi urgentemente l’ambasciatore della Tunisia, pretenda una indagine internazionale su quello che è successo, chieda alle autorità della Tunisia di mettersi a disposizione di una giuria sovranazionale, e poi, sulla base dei risultati decida.
Se risultasse vero che la Guardia Tunisina ha speronato e colato a picco una barca di naufraghi, mi pare evidente che non ci resterebbe da fare altro che interrompere ogni forma di collaborazione con la Tunisia. Perché l’alternativa è una sola. È dire: bene, hanno ucciso sei bambini? Vuol dire sei profughi in meno in Italia…