Nuova crisi nell'Snp
Scozia, si dimette il primo ministro Humza Yousaf: in crisi il governo con i Verdi e il sogno dell’indipendenza
La politica scozzese, ed in particolare la sua ala indipendentista, non riesce ad uscire da una crisi lunga almeno un anno, dalle dimissioni dell’ex premier Nicola Sturgeon, avvenute a sorpresa il 15 febbraio, seguite poi dal suo clamoroso arresto (e rilascio) a giugno per lo scandalo legato ai fondi del partito che ha coinvolto anche il marito e tesoriere dell’Snp Peter Murrell.
Oggi l’erede della Sturgeon, il 39enne Humza Yousaf, al governo da marzo 2023, ha annunciato che si dimetterà dall’incarico di leader del Partito Nazionale Scozzese (Snp) e da primo ministro: la comunicazione è arrivata in un discorso tenuto nella sua residenza di Edimburgo, la Bute House, dove Yousaf ha però chiarito che resterà in carico come primo ministro finché il partito non avrà nominato il suo successore.
La crisi del governo Yousaf
L’annuncio delle dimissioni di Yousaf non è arrivato a sorpresa, a differenza di quello del suo predecessore Sturgeon. La scorsa settimana era stata “formalizzata” la crisi dell’alleanza di governo tra gli indipendentisti dell’Snp e i Verdi, accordo che nel 2021 aveva consentito la nascita dell’esecutivo.
Da mesi però i rapporti tra i due partiti si erano deteriorati, in particolare a seguito dell’annuncio da parte del primo ministro Yousaf di dover abbandonare l’obiettivo del taglio del 75 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030. Ma la crisi dell’Snp è anche quella derivante dal sogno ormai svanito dell’indipendenza, col fallimento dei referendum e che neanche la Brexit è riuscita a portare a compimento.
Dopo la rottura il premier in un primo momento aveva annunciato l’intenzione di voler continuare a guidare il Paese con un governo di minoranza, salvo poi incappare nella richiesta di due mozioni di sfiducia, una personale e una per l’intero esecutivo: i Verdi, assieme a laburisti e conservatori, avevano già chiarito pubblicamente di voler votare a favore.
In Parlamento gli indipendentisti possono contare su 63 deputati su 128, uno in meno della maggioranza: per questo l’Snp avrebbe dovuto ottenere il voto favorevole di Ash Regan, l’unica deputata dell’Alba Party, un partito nazionalista che si era formato lo scorso ottobre in seguito a una scissione dall’Snp. Ma Yousaf nel suo discorso di dimissioni ha detto di non essere disposto a “barattare i miei valori e principi solo per mantenere il potere”.
Cosa succede dopo le dimissioni di Yousaf
Yousaf, il più giovane premier scozzese di sempre e il primo leader musulmano di una nazione europea, lascia la guida di un Snp logorato da tanti anni di potere, guidando il Paese dal lontano 2007. Il suo erede alla guida del partito, indiscrezioni parlano in particolare di John Swinney, che ricoprì l’incarico di vice primo ministro tra il 2014 e il 2023, dovrà come prima cosa ricucire i rapporti con i Verdi, partito fondamentale per avere quantomeno un appoggio esterno ad un governo di minoranza.
Patrick Harvie, leader green, ha aperto al ritorno a una stabilità con un nuovo premier alla guida del Paese, a patto che si basi su un’agenda progressista, quella disconosciuta da Yousaf. Un governo che in ogni caso avrà mandato breve: all’inizio del 2025 sono previste le elezioni politiche nel Regno Unito, e dunque anche in Scozia.