Il dramma dei palestinesi
Cisgiordania, per i diritti violati ipotesi sanzioni Usa contro Israele
La notizia ha provocato l’immediata reazione delle autorità israeliane, a partire dal premier Benjamin Netanyahu, per il quale si tratta del “massimo dell’assurdità” e di “un basso livello morale”.
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Un segno tangibile della crescente insofferenza degli Stati Uniti nei confronti del governo Netanyahu. Per la prima volta, unità delle Forze di Difesa Israeliane potrebbero essere oggetto di sanzioni degli Stati Uniti per presunte violazioni dei diritti umani ai danni dei palestinesi della Cisgiordania.
La notizia – diffusa in un primo momento come indiscrezione e che trova sempre maggiori conferme – ha provocato l’immediata reazione delle autorità israeliane, a partire dal premier Benjamin Netanyahu, per il quale si tratta del “massimo dell’assurdità” e di “un basso livello morale”.
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Secondo quanto riportato da media israeliani, i funzionari del Dipartimento di Stato americano hanno confermato che sono in preparazione sanzioni contro il battaglione Netzah Yehuda dell’Idf, accusato di gravi violazioni.
La decisione potrebbe non essere una scelta isolata: secondo quanto rivela il quotidiano ‘Haaretz’ che cita fonti dell’amministrazione Biden, gli Stati Uniti starebbero prendendo in considerazione l’adozione di misure anche contro altre unità militari e di polizia israeliane.
Le sanzioni verrebbero imposte in base alla legge Leahy del 1997, e proibirebbero il trasferimento di aiuti militari americani all’unità escludendo i soldati e gli ufficiali dagli addestramenti con le forze armate statunitensi o dai programmi che ricevono finanziamenti statunitensi.
La notizia di possibili misure punitive contro il battaglione Netzah Yehuda fa seguito alla dichiarazione del segretario di Stato americano, Antony Blinken, che venerdì ha dichiarato di aver preso “decisioni” sulla scia delle notizie relative a presunte violazioni da parte di Israele della legge Leahy.
Indiscrezioni riguardo possibili sanzioni all’apparato militare e istituzionale israeliano erano circolate anche a metà febbraio, quando i media locali parlavano di un ultimatum di 60 giorni lanciato da Washington per ricevere da Tel Aviv informazioni e giustificazioni riguardo ad alcune presunte violazioni dei diritti umani nel corso delle numerose operazioni svolte nei Territori Occupati.
Risposte che, evidentemente, non sono mai arrivate. sono numerose le presunte violazioni dei diritti umani e i crimini denunciati dalla popolazione palestinese, anche con documentazioni video, con l’esercito che ha sempre promesso indagini approfondite senza però prendere provvedimenti pesanti nei confronti dei responsabili.
Passover 2024. Una Pasqua ebraica di guerra. Destinata a intensificarsi. L’offensiva israeliana a Rafah, nell’estremo sud della Striscia di Gaza, durerà “almeno sei settimane”, stando a quanto hanno riferito dal Wall Street Journal citando fonti israeliane ed egiziane.
“Primo, avverrà. Due: avremo un piano operativo molto serrato perché lì è molto complesso. Tre, ci sarà una risposta umanitaria in contemporanea”, ha detto un funzionario della sicurezza israeliano confermando l’intenzione del governo di procedere, nonostante le obiezioni espresse dagli Stati Uniti. Stando a quanto riferito da funzionari egiziani informati dei piani israeliani.