Un anno fa finiva l'emergenza
Cos’è Mpox, il vaiolo delle scimmie: sintomi, come si trasmette e i casi in Italia
Salute - di Rossella Grasso
Era il 23 luglio 2022 quando l’OMS ha dichiarato l’Mpox (vaiolo delle scimmie) “Emergenza di salute pubblica internazionale” (PHEIC – Public Emergency of International Concern). L’epidemia ha costituito una emergenza di salute pubblica internazionale fino all’11 maggio 2023. Da allora è passato un anno e l’ondata di contagi si è fermata, limitandosi a soli pochi casi sporadici. Una sfida vinta anche grazie al vaccino. Giovanna Fusco, Direttore del Dipartimento di Coordinamento di Sanità Animale Istituto Zooprofilattico Sperimentale Del Mezzogiorno, ha spiegato a l’Unità tutto ciò che c’è da sapere su questa malattia che arriva dal mondo animale.
Cos’è Mpox e perché si chiama così
Si tratta di un virus zoonotico a DNA, appartenente alla famiglia dei Poxviridae, isolato per la prima volta nel 1958 in una scimmia spedita da Singapore in Danimarca e da cui ha tratto origine la prima denominazione di “vaiolo delle scimmie” in uso fino al 2022, anno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità decideva di sostituirla con Mpox.
Quali sono i sintomi del vaiolo delle scimmie?
“Mpox si può presentare clinicamente in modo differente: alcune persone presentano sintomi lievi, raramente asintomatiche, altre possono sviluppare sintomi più gravi e quindi necessitare l’ospedalizzazione – si legge sul sito dell’Iss – Le persone a più alto rischio di malattie gravi o complicanze sono le donne in gravidanza, i bambini e le persone immunocompromesse. I sintomi più comuni di Mpox includono febbre, sonnolenza, dolori muscolari e mal di testa. L’eruzione cutanea si sviluppa di solito da uno a tre giorni dopo l’inizio della febbre ma può anche presentarsi prima dei sintomi generali. Interessa soprattutto le aree ano-genitali, il tronco, le braccia e le gambe, il viso, i palmi delle mani e le piante dei piedi, a volte le lesioni possono essere scarse e/o limitate solo alle aree genitali o peri-anali. Nel 5% dei casi la manifestazione di esordio può essere rappresentata da lesioni a livello del cavo oro-faringeo. Le lesioni cutanee spesso si presentano come macule, che tendono ad evolversi in papule, vescicole, pustole, croste. I sintomi in genere durano da due a tre settimane e di solito scompaiono da soli o con cure di supporto, come farmaci per il dolore o la febbre. Il periodo infettivo deve essere considerato a partire dalla comparsa dei primi sintomi fino alla caduta delle croste di tutte le lesioni e la formazione di nuova pelle. Chiunque abbia sintomi compatibili con Mpox o che è stato a contatto stretto con un caso confermato di Mpox deve consultare subito il proprio medico curante”.
Come si trasmette il Mpox?
La trasmissione avviene tramite il contatto con i fluidi corporei, lesioni cutanee, goccioline respiratorie di animali infetti e persone infette. Il contatto stretto prolungato con persone sintomatiche, compresa l’attività sessuale, favorisce la trasmissione diretta del virus. Il virus può essere trasmesso anche per via indiretta, toccando superfici e oggetti contaminati, quando la persona che si espone presenta lesioni sulla cute, oppure si porta le mani alla bocca, occhi e naso, dopo aver toccato l’oggetto contaminato.
Quanto è pericoloso questo virus?
Generalmente, la malattia è autolimitante con tassi di mortalità che dipendono dal clade di Mpox coinvolto ed età del paziente. Il tasso complessivo di mortalità è di circa 8%. Nei Paesi dell’Africa centrale, dove circola il clade I che si rende responsabile di casi di malattia con sintomatologia più severa, si registra il tasso più alto di mortalità. La percentuale di mortalità scende all’1% nei Paesi dell’Africa occidentale, dove circola il clade II, responsabile di una malattia con sintomatologia meno grave. Tuttavia i bambini delle aree in cui la malattia circola endemica sono la categoria in cui si registra il maggior numero di decessi.
Si può curare Mpox?
I cambiamento sociopolitici ed economici hanno aumentato l’esposizione umana al bacino animale nei Paesi dove la malattia è endemica. Sebbene rara al di fuori dell’Africa, il commercio degli animali e i viaggi internazionali hanno provocato casi in altre parti del mondo. L’approccio alla gestione dei casi clinici comprende sia cure generali di supporto che l’uso di antivirali. Molti pazienti hanno avuto bisogno di antidolorifici per le lesioni orali e anogenitali. E’ disponibile il vaccino.
I numeri in Italia del Vaiolo delle Scimmie
Si legge sul sito dell’Iss: “In Italia, il Ministero della Salute ha attivato un Sistema di sorveglianza con Regioni e Province autonome sui casi di vaiolo delle scimmie e pubblicato un bollettino periodico. Il primo caso in Italia di questa epidemia è stato confermato il 20 maggio 2022. La Circolare del 25 maggio 2022, e a seguire il Decreto 1 luglio 2022, le Circolari del 2, del 4, del 5 e del 23 agosto 2022, in accordo con le indicazioni ECDC/OMS, hanno fornito le indicazioni per la segnalazione e la gestione dei casi, il tracciamento dei contatti e la strategia vaccinale. In totale, sono stati segnalati, alla data del 19 maggio 2023, 957 casi confermati, di cui 253 collegati a viaggi all’estero, 943 maschi e 14 femmine. L’età mediana dei casi è stata 37 anni (14-71 anni). L’11 maggio 2023 l’OMS, sulla base del Rapporto della quinta riunione del Comitato di Emergenza del Regolamento Sanitario Internazionale (International Health Regulations, relativa all’Mpox, ha dichiarato la fine dell’emergenza di sanità pubblica internazionale”.