Il "modello" francese
Aborto tra i diritti fondamentali dell’Ue, l’Europarlamento approva la risoluzione: la destra italiana vota contro
Con un voto storico del Parlamento europeo, il diritto all’aborto è entrato a far parte della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. La risoluzione, promossa dal gruppo di Renew Europe e votata dai gruppi parlamentari dei socialisti, sinistra, e verdi, è stata approvato con 336 voti a favore, 163 contrati e 39 astenuti: la risoluzione sollecita un’iniziativa del Consiglio dell’Ue per avviare la revisione del trattato.
A dare impulso alla risoluzione che chiede la revisione del trattato, per modificare l’articolo 3 della Carta e garantire l’interruzione volontaria di gravidanza sicura e legale, oltre all’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, era stato ormai due anni fa il gruppo dei liberali di Renew, i liberali che fanno riferimento a Emmanuel Macron.
Il precedente francese
Proprio in Francia a inizio marzo il Parlamento a larghissima maggioranza (i voti a favore erano stati 780, i contrari 72) aveva votato una della carta fondamentale rendendo il Paese il primo al mondo ad iscrivere esplicitamente il diritto all’Interruzione volontaria di gravidanza in costituzione.
“I diritti delle donne non devono mai cadere vittime del populismo”, ha affermato la presidente di Renew Europe Valérie Hayer. “Mentre la destra radicale europea – ha spiegato – lavora duramente per trovare nuovi modi per portare avanti la sua agenda reazionaria, noi dobbiamo rimanere in prima linea ed essere più risoluti che mai nel sostenere i diritti delle donne. È giunto il momento che il diritto all’aborto sia sancito dalla legge per tutti e tutte le europee. Il tuo corpo, i tuoi diritti”.
🙌Fantastic news! MEPs urge Member States once again to enshrine SRHR incl. abortion in the EU Charter of Fundamental Rights. A crucial step to strengthen & protect bodily autonomy, keep us all safe from SRHR violations and prevent national backsliding on rights & equality! 🧵👇 pic.twitter.com/ddhbCeOfsx
— IPPF European Network (@ippfen) April 11, 2024
Cosa chiede la risoluzione sull’aborto
Il testo approvato dal Parlamento europeo chiede di modificare l’articolo 3 della Carta e garantire l’interruzione volontaria di gravidanza sicura e legale, oltre all’assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva.
In particolare, si legge nel testo, “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e a tutti i servizi sanitari correlati senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”.
Il documento esorta i paesi Ue a depenalizzare completamente l’aborto, come prevedono anche le linee guida dell’Oms del 2022 e a rimuovere e combattere gli ostacoli all’interruzione volontaria di gravidanza. Nel testo quindi si invitano Paesi come Polonia e Malta ad abrogare le loro leggi e altre misure che vietano e limitano l’aborto, condannando altresì la prassi il cui il diritto è negato dai medici o dalle istituzioni attraverso lo strumento dell’obiezione di coscienza, come accade molto spesso in Italia.
Come hanno votato gli europarlamentari italiani
Quanto ai rappresentanti italiani a Strasburgo, a favore della risoluzione hanno votato in maniera compatta tutti gli europarlamentari di Pd, Movimento 5 Stelle, Renew e Verdi.
Spaccatura invece in Forza Italia, così come nel Partito Popolare: il principale gruppo di centrodestra ha votato contro ma con una nutrita delegazione di oltre 40 eurodeputati, principalmente nordeuropei, si è espressa a favore del testo. Nel partito del vicepremier Antonio Tajani le eurodeputate Lucia Vuolo e Alessandra Mussolini hanno votato a sostegno del testo a differenza di Lara Comi, Salvatore De Meo e Lucia Zambelli, tutti contrari.
Compatti i no tra i rappresentati di Fratelli d’Italia, che fa parte del gruppo ECR, mentre nella Lega (gruppo Identità e Democrazia) va registrata la defezione di Gianna Gancia, che ha sostenuto la risoluzione.