L’ultimo saluto alla 18enne
Saman Abbas, il dolore del fratello ai funerali a Novellara: “Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa”
Cronaca - di Redazione Web
“Sei sempre stata la sorella più forte e coraggiosa. Mi mancherai ogni giorno, ogni momento, ogni notte”. Sono queste le parole del fratello incise sulla stele accanto alla tomba di Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane uccisa il 30 aprile del 2021 dalla famiglia per aver rifiutato un matrimonio forzato. A Novellara, Reggio Emilia, è il giorno del lutto cittadino per l’ultimo saluto alla ragazza che è diventata il simbolo della libertà. La sua storia nei mesi ha travolto le coscienze e fatto scaturire una vera e propria ondata di dolore e solidarietà. Saman sui social si definiva “italian girl”.
I funerali di religione islamica svolti privatamente
Finalmente Saman trova pace e una degna sepoltura. I funerali si svolgono a Novellara in forma strettamente privata con rito islamico officiato dal presidente delle comunità islamiche italiane Yassine Lafram, come chiesto dal fratello della ragazza. Proprio per tutelare il giovane che ha trascinato in Tribunale i parenti facendoli condannare, le esequie avvengono lontano dai riflettori. Come riportato da Dire, questa sera il Comune di Novellara ha promosso una fiaccolata aperta al pubblico che prevede anche un momento di preghiera con tutti i rappresentanti delle fedi cattolica, islamica, sikh, indù e ortodossa della comunità, e la posa nella piazza del paese di un grande ritratto di Saman, composto da foto più piccole di donne reggiane. La salma viene sepolta poco lontano dalla tomba del cantante dei Nomadi Augusto Daolio, in una parte del cimitero dove si trovano altri giovani e bambini morti.
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La storia di Saman Abbas
La giovane pachistana è morta a 18 anni, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021 ed è rimasta sotterrata oltre un anno e mezzo in un casolare vicino alla casa dove viveva. Secondo l’ipotesi di accusa è stata uccisa perché voleva ribellarsi alle tradizioni dei familiari e non accettava un matrimonio forzato. Di Saman non si avevano notizie dal primo maggio del 2021, lo stesso giorno in cui i genitori si imbarcarono per il Pakistan da Malpensa. Fuggirono anche lo zio due cugini di Saman, trasformando l’indagine sulla scomparsa dell’adolescente in un’inchiesta ufficiale per omicidio.
Saman ritrovata nel casolare vicino casa
Tra il maggio del 2021 e il febbraio 2022 i Carabinieri reggiani, grazie alla collaborazione europea i colleghi francesi e spagnoli, rintracciarono lo zio e i cugini della ragazza. Per gli inquirenti c’era il movente e c’erano i colpevoli, ma mancava il corpo di Saman che, secondo l’autopsia, era stata uccisa per soffocamento. Il corpo della ragazza venne trovato solo il 17 novembre 2022 sotto un metro e mezzo di terra, in un casolare abbandonato a 700 metri da casa. Ad indicare dove scavare è lo stesso zio considerato l’esecutore materiale del delitto.
Saman Abbas, chi l’ha uccisa: padre e madre condannati all’ergastolo
Il 19 dicembre 2023 la Corte di assise reggiana ha condannato all’ergastolo il padre di Saman Shabbar Abbas, estradato dal Pakistan e la madre Nazia Shaheen, ancora latitante, a 14 anni lo zio, Danish Hasnain, mentre ha assolto e liberato i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq. Le motivazioni della sentenza di primo grado sono attese a maggio. Il padre Shabbar ha fatto ritorno in Italia, in manette, a fine agosto 2023 dopo l’estradizione concessa dalle autorità asiatiche. La madre è ancora ricercata.