L'orrore

Chi sono i terroristi dell’Isis che hanno fatto l’attentato in Russia. Putin: “I colpevoli pagheranno, contiamo sul supporto di tutti i Paesi per combattere il terrorismo”. I video delle torture alle persone arrestate

Le parole dello Zar e i profili degli attentatori per quello che è stato l'attacco più grave della storia russa: oltre 140 morti e altrettanti feriti. "L'ho fatto per soldi", ha rivelato uno dei terroristi arrestati. I video di questi ultimi, torturati e seviziati dalle forze di sicurezza russe, sono raccapriccianti. I sospetti sul presunto coinvolgimento di Kiev

Esteri - di Redazione Web - 23 Marzo 2024

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Chi sono i terroristi dell’Isis che hanno fatto l’attentato in Russia

Tutti coloro che sono dietro a questo atto terroristico la pagheranno“. L’avvertimento di Vladimir Putin nel suo discorso alla nazione dopo la strage al Crocus City Hall, unito ai vaghi accenni a una possibile responsabilità di Kiev, potrebbero far pensare ad un ulteriore inasprimento degli attacchi sull’Ucraina, o addirittura a raid contro la dirigenza del Paese, come ha suggerito ieri l’ex presidente Dmitry Medvedev. Ma la preoccupazione maggiore del capo del Cremlino è oggi quella di prevenire il panico ed evitare spaccature in un Paese multietnico e multiconfessionale, dove i musulmani rappresentano una cospicua minoranza e il jihadismo di stampo islamico ha già portato una seria minaccia alla tenuta dello Stato dopo lo scioglimento dell’Urss. Nonostante gli accenni ad un ruolo ucraino in quanto avvenuto, rimane pur sempre la rivendicazione dell’Isis, la cui branca afghana, Wilayat Khorasan, si propone di rifondare un califfato che riunisca vari Paesi asiatici ed ex repubbliche sovietiche, come il Turkmenistan, il Tagikistan e l’Uzbekistan.

Chi ha fatto l’attacco terroristico in Russia

Di qui l’appello di Putin alla comunità internazionale per unirsi a Mosca nella lotta al terrorismo, che “non ha nazionalità“, ha affermato. “Contiamo sull’interazione con tutti i Paesi che condividono sinceramente il nostro dolore e sono pronti a condividere gli sforzi per combattere il nemico comune“, ha aggiunto il presidente. L’appello appare stonato mentre la Russia e l’Occidente sono contrapposti nella guerra in Ucraina. Sono molto lontani i tempi della cooperazione Russia-Usa dei primi anni della presidenza di Putin, che aveva instaurato un rapporto di stima reciproca con l’omologo americano George W. Bush. Il capo del Cremlino fu il primo leader internazionale a telefonare all’inquilino della Casa Bianca dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001 per offrirgli la piena collaborazione di Mosca nella lotta al terrorismo islamico, che aveva già preso di mira la Russia con attentati sanguinosi. Tanto che il mese successivo i russi cooperarono attivamente all’attacco americano contro i Talebani in Afghanistan.

Perché l’Isis ha commesso l’attacco terroristico a Mosca

E proprio i presidenti di Paesi di questa regione, come Kazakhstan e Uzbekistan, hanno già telefonato a Putin per assicurare la loro collaborazione. In un Paese dalle tante etnie in cui i musulmani rappresentano, secondo alcune stime, un settimo della popolazione e sono concentrati nelle terre caucasiche di confine, il timore è che attentati come quello di venerdì possano essere diretti a provocare scontri interni di cui sarebbe difficile prevedere gli sviluppi. “Il dovere comune dei russi ora è di stare insieme, spalla a spalla“, ha detto Putin. “Nessuno – ha aggiunto – potrà spargere i velenosi semi della discordia e del panico nella nostra società multietnica“. Alle 23.50 di venerdì sera, tre ore dopo l’inizio dell’attacco terroristico al Crocus City hall di Mosca che ha lasciato a terra decine di cadaveri, i canali Telegram vicini ai servizi di sicurezza russi hanno diffuso una prima foto dell’automobile bianca usata dagli attentatori per fuggire. Un’immagine molto chiara: dentro due uomini, uno con un cappellino, corporatura robusta, un accenno di barba e lo sguardo rivolto verso il basso.

Attacco terroristico in Russia: le parole di Vladimir Putin

L’altro al volante, meno riconoscibile. Poche ore ancora e gli stessi canali Telegram Baza e Mash hanno postato video e foto dei primi brutali interrogatori sommari. Circostanze rese pubbliche sui social ma su cui non c’è stata alcuna conferma ufficiale della autorità russe. Notizie ufficiali invece invece sono arrivate poco dopo le 9 del mattino, ora italiana, quando le agenzie di stampa statali della Federazione hanno diffuso la notizia che per la strage nella sala concerti sono state arrestate undici persone, tra cui quattro presunti terroristi. Tutti provenienti dal Tagikistan, secondo gli investigatori russi. Nessuno con nazionalità tagika, secondo il ministero degli Esteri di Dushanbe, che ha definito false le notizie del coinvolgimento di suoi cittadini nell’attacco terroristico. Ma ecco alcuni passaggi degli interrogatori, non proprio formali, degli agenti russi: “Che cosa ci facevi al Crocus?“, chiede un uomo delle unità speciali a uno dei presunti attentatori, tenendolo per i capelli fermo a terra, faccia in giù, mentre lo registra con uno smartphone. “Ho sparato“, risponde l’uomo. “A chi hai sparato?“, lo sollecita l’agente.

Chi sono i terroristi che hanno fatto l’attacco terroristico a Mosca

“Alle persone“, dice l’interrogato. “Perché l’hai fatto?“, lo incalza. “Per soldi“, confessa lui a voce bassa. Nel video pubblicato da Baza e rilanciato dal canale Telegram della direttrice della televisione Russia Today, Margarita Simonyan, l’arrestato dichiara di avere 26 anni, di aver accettato di partecipare all’attacco dopo avere ascoltato un mese fa le lezioni di un predicatore, di essere stato reclutato da un aiutante che gli ha offerto 500 mila rubli (circa 5.000 euro). Di cui 250.000 già pagati in anticipo. Da lui nessun riferimento a eventuali contatti ucraini per la fuga dopo l’assalto. Le immagini dell’uomo, sottomesso, spaventato a morte, non possono che turbare. Ma ancor di più il filmato di un altro degli arrestati che dapprima i canali Telegram russi fanno vedere con la testa e la faccia fasciate, ricoperto di sangue, tumefatto: lo stesso uomo che in un video pubblicato successivamente su X dal gruppo indipendente bielorusso Nexta e dal media russo Meduza viene mostrato mentre, tenuto fermo a terra in un luogo che sembra un bosco, gli tagliano un orecchio con un coltello e glielo infilano in bocca.

I video delle torture nei confronti delle persone arrestate

Altre immagini shock fanno vedere un ragazzo, “di 19 anni, originario di Dushanbe in Tagikistan“, secondo i canali Telegram russi, con una ferita molto evidente all’occhio sinistro, supino e a terra, apparentemente privo di sensi. L’Isis è tornato a rivendicare l’attentato affermando che a mettere in atto l’attacco sono stati quattro dei suoi “combattenti” di cui ha pure pubblicato le foto. L’agenzia di stampa Amaq del gruppo militante su Telegram ha scritto: “L’attacco si inserisce nel contesto di una guerra furiosa tra lo Stato Islamico e i Paesi che combattono l’Islam“. Ma tutto resta ancora avvolto nel mistero.

23 Marzo 2024

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