Il caso della vendita del club
Cosa il rischia il Milan nell’indagine sui fondi Elliott-RedBird: ipotesi multa o penalizzazione (in Italia e in Europa)
Al quartiere generale del club rossonero, Casa Milan, si professa un mix di tranquillità e stupore per l’inchiesta. Tra i tifosi c’è una spaccatura, tra chi si dice ottimista e chi rievoca addirittura il dramma della Serie B arrivata nella stagione 1979-80 per lo scandalo calcioscommesse.
La domanda resta però una: cosa rischia il Milan dall’inchiesta della Procura di Milano sulla vendita del club dal fondo Elliott a RedBird? L’inchiesta, che ha portato martedì 12 marzo a perquisizioni presso la sede della società rossonera e nell’abitazione privata dell’amministratore delegato Giorgio Furlani, vede indagati lo stesso Furlani e il suo predecessore, l’imprenditore sudafricano Ivan Gazidis.
Le accuse nei confronti dei manager Milan
Nel mirino dei pm c’è la cessione avvenuta nell’estate del 2022 del club di Milano dal fondo Elliott Management, fondato negli anni ’70 da Paul Singer, a RedBird, società d’investimento creata nel 2014 da Gerry Cardinale.
Furlani e Gazidis sono accusati di avere ostacolato l’attività della Commissione di vigilanza delle società professionistiche (Covisoc), l’organismo di vigilanza della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc) che si occupa di analizzare la situazione finanziaria delle società calcistiche. In particolare, l’ipotesi dell’accusa è che il Milan continui a essere controllato da Elliott Management: RedBird sarebbe dunque proprietario del club solo formalmente, mentre Elliott continuerebbe a esercitare un controllo di fatto sulla società.
I due amministratori delegati avrebbero “occultato con mezzi fraudolenti fatti che avrebbero dovuto comunicare alla Figc”.
Cosa rischia il Milan
Lasciando da parte le questioni penali, per i tifosi rossoneri l’incubo vero riguarda le eventuali ripercussioni della giustizia sportiva. La procura federale chiederà oggi gli atti ai pm milanesi per analizzare a sua volta le carte dell’inchiesta.
Le eventuali violazioni potrebbero interessare gli articoli 31 e 32.5 del Codice di Giustizia Sportiva. L’articolo 31 parla di violazioni in materia gestionale ed economica, mentre il 32 descrive “doveri e divieti in materia di tesseramenti, trasferimenti, cessioni e controlli societari”. Secondo il comma 5 “costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parzialmente, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva». E prescrive che la società che non adempie agli obblighi di comunicazione e di deposito nei termini fissati […] è punita con le sanzioni previste, ovvero, in mancanza, con quelle dell’ammenda o della penalizzazione di uno o più punti in classifica”. I rossoneri rischiano anche la contestazione dell’articolo 4 sulla lealtà sportiva.
C’è poi la questione della multiproprietà, che potrebbe portare anche ad una esclusione dalle coppe europee Uefa. Se la cessione del club da Elliott a RedBird è stata realmente simulata, potrebbe crearsi un problema riguardante la proprietà del Lille, società francese in cui Elliott è intervenuto con un prestito da 140 milioni di euro nel 2018 all’allora presidente Gerard Lopez, che poi due anni dopo cedette il club. Il Milan però è passato da Elliott a RedBird nell’agosto 2022, quindi dopo il cambio di proprietà del Lille, circostanza che dovrebbe evitare ogni comproprietà. Se però si dovesse dimostrare che i due club hanno ancora la stessa proprietà, l’articolo violato sarebbe l’articolo 5 del regolamento Uefa.