Il libro di Alberta Basaglia

Franco Basaglia e il miracolo di quelle chiacchiere davanti a un caffè

Le nuvole di Picasso è il nuovo libro di Alberta Basaglia. Psicologa, è responsabile del Servizio partecipazione giovanile e Cultura di pace del Comune di Venezia, dove, dal 1980, ha guidato il Centro donna e il Centro antiviolenza.

Cultura - di Redazione Web

12 Marzo 2024 alle 18:00

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Franco Basaglia e il miracolo di quelle chiacchiere davanti a un caffè

Pubblichiamo di seguito un estratto di Le nuvole di Picasso (Feltrinelli, pp. 112, euro 9,50) di Alberta Basaglia, che torna nelle librerie con una nuova prefazione in occasione dei cento anni dalla nascita di Franco Basaglia, grande psichiatra e intellettuale, padre dell’autrice. Il libro è scritto con Giulietta Raccanelli.

Alberta Basaglia, psicologa, è responsabile del Servizio partecipazione giovanile e Cultura di pace del Comune di Venezia, dove, dal 1980, ha guidato il Centro donna e il Centro antiviolenza.

Si finiva scuola all’una del sabato e poi, cinque minuti dopo la campanella, via in macchina. Direzione, per l’appunto, Venezia. Non c’era settimana che si saltasse quella che a ben vedere assomigliava a una fuga.

Un andarsene necessario per respirare aria diversa, per staccarsi almeno un poco dalla realtà del manicomio. Gradisca di Isonzo, Cervignano, Latisana; si superava Portogruaro, si arrivava in Veneto sfiorando San Donà di Piave, poi Mestre.

Ed era quasi finita: bastava imboccare il Ponte della Libertà ed eccoci arrivati a Piazzale Roma: il limite invalicabile per le auto, che lì sono da mollare per entrare in città.

La macchina si infilava dentro al grigio blocco di cemento finestrato del parcheggio comunale, con l’inconfondibile odore stantio di polvere mista a vapori di benzina; saliva la buia rampa a chiocciola e, al primo piano, si fermava al posto a lei assegnato. Poi giù di corsa, perché il signor Toni stava aspettando Franco al bar del piano terra.

Era il momento del loro caffè. Non c’era settimana che lo saltassero. Anche il signor Toni era reduce da un viaggio di un centinaio di chilometri; lui però, in perfetta e sorprendente sincronia con noi, arrivava dalle montagne del bellunese.

Accompagnato regolarmente dalla sua signora, che stava sempre ad aspettarlo in macchina. Giacca, panciotto e cravatta, distinto nei modi. Appena ci vedeva ci salutava con un sorriso mesto e gli occhi tormentati di chi convive con la sofferenza mentale e con le sue numerose crisi.

Quelle sedute al tavolino del bar evidentemente funzionavano e sono andate avanti per anni. E per anni lui è riuscito a non smarrirsi, grazie al sostegno complice di una moglie che non ha mai mancato una volta di accompagnarlo e grazie al suo appiglio a Franco, che gli bastava incontrare nei fine settimana.

Quelle conversazioni davanti a un caffè riuscivano a non farlo perdere nei suoi fantasmi, tanto da riconoscere in questo loro inusuale rapporto medico-paziente un simbolo della rivoluzione del professor. Scherzando dichiarava di essere “il miracolo Basaglia”.

Ricambiare il saluto del signor Toni per me significava essere davvero arrivati. Un veloce cenno di risposta e proseguivamo a piedi, per correre di calle in calle da nonna Cecilia. Il papà ci avrebbe raggiunto di lì a neanche un’ora. Era fatta, il fine settimana veneziano poteva cominciare.

12 Marzo 2024

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