Il corteo per la Palestina
Cessate il fuoco a Gaza, non facciamo della Striscia un’altra Srebrenica: l’obiettivo è la pace
Oggi su Gaza si discute molto, e ci si azzanna, sul termine genocidio. Il massacro in corso ha le caratteristiche del genocidio? Di certo, è un massacro orrendo.
Editoriali - di Piero Sansonetti
Oggi a Roma ci sarà una manifestazione, credo molto grande, a favore della Palestina. L’appuntamento è verso le due del pomeriggio a piazza della Repubblica (per i più anziani, Piazza Esedra) e poi si formerà il corteo che raggiungerà i Fori imperiali. È una manifestazione indetta da alcune organizzazioni pacifiste alla quale hanno aderito centinaia di sigle di gruppi, organizzazioni, circoli, federazioni, sindacati, partiti, Ong eccetera eccetera. Hanno aderito anche i Boy Scout.
Lo slogan lanciato dagli organizzatori fa rabbrividire: “Impediamo che Gaza diventi la Srebrenica del duemila”. A Srebrenica, nel 1995, le milizie serbe massacrarono migliaia e migliaia di persone che in teoria erano sotto la protezione dell’Onu.
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I caschi blu non mossero un dito, e solo a cose fatte l’Onu dichiarò quella strage un genocidio. Oggi su Gaza si discute molto, e ci si azzanna, sul termine genocidio. Il massacro in corso ha le caratteristiche del genocidio?
Non lo so, e francamente mi pare una discussione non importantissima. So per certo che è un massacro orrendo. Di tali dimensioni che per trovare un paragone bisogna ricorrere al Vietnam del napalm e di B52. Anni 70. Nel dopoguerra nessun altro paese occidentale si era neppure sognato di usare tanta ferocia militare. I numeri fanno gelare il sangue. Forse 15mila bambini scannati. Almeno altro mezzo milione a rischio malattie e morte. Donne uccise, dilaniate. Travolte dalla fame e dalle malattie. I soccorsi bloccati. Ospedali rasi al suolo. Medicine fatte mancare. Scuole polverizzate.
La manifestazione, sono certo, sarà grande. La piattaforma è molto seria. La protesta è giusta. Perché non c’è il Pd? Non so proprio come spiegarlo ai lettori con ragionamenti lineari. Il Pd è pacifista? Penso di sì, è un valore che ha sempre rivendicato il pacifismo…
Il Pd è consapevole che è in atto una crudele aggressione dello Stato di Israele al popolo della Palestina, e che questa aggressione non può in nessun modo essere giustificata dall’azione terrorista di Hamas ad ottobre?
Penso di sì, perché non servono grandi idee politiche o sofisticati ragionamenti per capire queste cose così semplici. Ma allora perché il Pd non c’è? Per le ragioni superiori della politica? Cioè esistono ragioni della politica, delle sue tattiche, delle sue opportunità, più importanti della vita di un milione di bambini? Beh, se è così meglio abbandonare la politica.
Allora voi mi dite che si vuole evitare l’antisemitismo. Vi prego di leggere l’articolo che pubblichiamo di Gideon Levy, intellettuale lucido, scrittore e giornalista straordinario, ebreo, israeliano, saggio. Levy non è antisemita, lo capite, non è un estremista, non è un facinoroso, non è putiniano. Leggetelo il suo articolo, l’appello disperato al popolo israeliano, la disperazione per il pozzo nero nel quale il governo israeliano sta gettando la sua gente.
Oppure leggete l’intervista a Raffaella Bolini, colonna dell’Arci, leggetela col massimo spirito critico. Con tutti i pregiudizi che volete. Poi ditemi se c’è qualcosa che non funziona nei suoi argomenti e nelle sue paure. Mancano alcune ore all’inizio del corteo.
Il Pd ha il tempo per ripensarci. E per non perdere l’occasione che ha di spiegare al paese: “Noi – la sinistra – siamo dalla parte della pace”. Scusate se ripeto uno slogan ormai vecchio vecchio e un po’ abusato. Ma lo inventò un grande: Gino Strada. Siamo dalla parte della pace ”senza se e senza ma”. Cessate il fuoco.