La tradizione
Festa della donna: perché si festeggia l’8 marzo, la storia della Giornata e perché si regala la mimosa
No: non è per la strage causata dall'incendio in una fabbrica a New York. Che cosa c'entra la lotta partigiana e la tradizione di regalare una mimosa
Cultura - di Redazione Web
Ogni anno l’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale della donna, che informalmente e non precisamente è conosciuta in Italia come “Festa della donna”. Un’occasione introdotta e tramandata per evidenziare i diritti delle donne, le conquiste sociali, politiche ed economiche, per ricordare i sacrifici di chi ci ha lavorato e la necessità di continuare sulla stessa strada per il futuro per combattere discriminazioni e violenze. La sua istituzione è ammantata da leggende metropolitane e aneddoti spesso smentiti.
La Giornata Internazionale è stata celebrata per la prima volta non l’8 marzo ma il 28 febbraio del 1909, quando il Partito Socialista Americano organizzò la manifestazione sulla scorta della marcia che l’anno prima aveva riunito 15mila donne a New York in un corteo per chiedere orario di lavoro ridotti, paghe migliori e diritto di voto. La Giornata fu replicata l’anno successivo e venne messa al centro dell’VIII Congresso dell’Internazionale Socialista che si tenne in estate a Cannes. La politica tedesca del partito socialdemocratico tedesco Clara Zetkin propose in quell’occasione l’istituzione di una Giornata internazionale.
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Perché la Festa della donna si celebra l’8 marzo
Per alcuni anni la Giornata si tenne in giorni diversi a seconda dei Paesi. Si celebrò l’8 marzo per la prima volta nel 1914 mentre nel 1917 le donne protestarono in piazza a San Pietroburgo, in Russia, per chiedere la fine della Prima Guerra Mondiale. Quattro giorni dopo lo Zar abdicò e il governo provvisorio concesse alle donne il diritto di voto. Vladimir Lenin, dopo la vittoria nella rivoluzione bolscevica, istituì l’8 marzo come festività ufficiale.
Durante gli anni della dittatura fascista la Giornata non venne particolarmente celebrata. Si festeggiò la prima volta nel 1946, dopo la fine della guerra. Fino agli anni Settanta la Festa della donna è stata percepita in Italia come una festa soprattutto di sinistra, legata al Partito Socialista e al Partito Comunista. Si è diffusa l’usanza di regalare la mimosa, una tradizione solo italiana: a proporla fu la dirigente del Partito Comunista Teresa Mattei perché l’acacia dealbata è economica, fiorisce alla fine dell’inverno ed è facile da trovare nei campi, e perché – raccontò – era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette.
La Giornata Internazionale della donna è stata ufficialmente fissata per l’8 marzo dalle Nazioni Unite nel 1975. Ogni anno è celebrata con un tema specifico: il primo fu “Celebrare il passato, pianificare il futuro”, quello di quest’anno è “Ispirare l’inclusione”. Anche quest’anno in tutto il mondo sono stati organizzati cortei e manifestazioni. In Italia diverse iniziative sono state organizzate del movimento femminista NonUnaDiMeno.
L’incendio nella fabbrica di camicie
La leggenda metropolitana più diffusa e tramandata è quella che lega la Giornata delle donne alla strage che si consumò in una fabbrica di camicie a New York l’8 marzo del 1908. Un incendio che uccise centinaia di operaie. Peccato che quell’incendio non avvenne mai. Se ne consumò uno invece il 25 marzo del 1911, in cui morirono 140 persone tra immigrate italiane e dell’Europa dell’Est. Altra fake news è quella che lega la festa della donna alla repressione di una manifestazione di una manifestazione sindacale di operaie tessili che si tenne sempre a New York nel 1857.
Il discorso del Presidente Mattarella
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto al Quirinale la cerimonia “Donne dell’arte” in occasione dell’8 marzo. Il Capo dello Stato ha sottolineato nel suo intervento, tra le altre cose, il fatto che alle donne sia sempre richiesto un impegno maggiore in ogni campo “è un fenomeno purtroppo ben noto, ampiamente studiato, che affonda le radici in pregiudizi e stereotipi sulle donne che tuttora riaffiorano anche nelle società che si ritengono più avanzate”.