Verso la sfida Biden-Trump

Cos’è il Super Tuesday, appuntamento chiave delle primarie Usa: come funziona e in quali Stati si vota

Esteri - di Redazione

5 Marzo 2024 alle 11:20

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Joe Biden e Donald Trump
Joe Biden e Donald Trump

Fresco vincitore della battaglia giudiziaria alla Corte Suprema, con i nove giudici di Washington che hanno confermato la sua eleggibilità in Colorado, Stato in cui la Corte locale aveva deciso di bandirlo dal voto per il suo ruolo nell’assalto a Capitol Hill in base al 14esimo emendamento, che vieta le cariche pubbliche ai funzionari coinvolti in insurrezioni contro la costituzione, Donald Trump procede spedito verso la nomina a candidato dei Repubblicani per la presidenza.

L’appuntamento chiave è il Super Tuesday previsto nella notte italiana del 5 marzo: si tratta, come lo definiscono negli Stati Uniti, del “Superbowl” delle primarie, visto che sono chiamati al voto ben 15 Stati.

Quali Stati partecipano al Super Tuesday

A poter decidere il candidato del proprio partito saranno gli elettori di 15 Stati: Alabama, Alaska (solo Repubblicani, per i democratici si voterà ad aprile), Arkansas, California, Colorado, Iowa (ultimo giorno in cui gli elettori democratici possono inviare il loro voto per corrispondenza), Maine, Massachusetts, Minnesota, Carolina del Nord, Oklahoma, Tennessee, Texas, Utah, Vermont e Virginia, oltre al territorio delle Samoa americane.

Tanti Stati, tanti delegati da eleggere in vista delle convention di Partito Democratico e Repubblicano, che nei prossimi mesi voteranno i rispettivi rappresentati per le Presidenziali di novembre.

L’elezione dei delegati

Il Super Tuesday vedrà l’elezione di circa il 30% dei delegati democratici e il 36% di quelli repubblicani. Per il presidente uscente Joe Biden si tratta di una pura formalità, un voto blindato non avendo di fatto avversari, se non il voto di protesta di alcuni settori minoritari del partito che criticano la posizione della sua amministrazione su Gaza e Israele, come accaduto in Michigan.

Nell’altro campo per Donald Trump è solo leggermente più complicata: l’ex presidente Usa ha una sfidante vera, l’ex governatrice del South Carolina ed ex rappresentante permanente degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley.

Quest’ultima è fresca di una vittoria simbolica nelle primarie di Washington DC, la prima dopo una lunga serie di sconfitte in tutti i collegi elettorali. Una vittoria di Pirro: come dimostrato negli Stati in cui si è votato fino ad oggi, le sue possibilità di vincere lo scontro con Trump sono pari a zero, col tycoon che in occasione del Super Tuesday darà il “colpo di grazia” alle aspirazioni della sua sfidante.

Sul fronte repubblicano sarà infatti interessante capire se Haley deciderà di restare in corso dopo il voto, come già affermato di voler fare.

Come funziona il Super Tuesday

Il funzionamento del voto in occasione del Super Tuesday varia tra Stato a Stato. A partire dal diritto di voto: in alcuni casi è possibile esprimere la propria preferenza anche se non si è registrati al partito, come in Alabama, Arkansas, Minnesota, Texas, Vermont e Virginia.

C’è poi la questione del “peso” del voto: gli Stati al voto stanotte eleggono lo stesso numero di delegati alle convention dei rispettivi partiti. Il Texas, ad esempio, da solo esprimerà 155 delegati repubblicani e 241 delegati democratici.

Il Super Tuesday non permetterà né a Biden né a Trump il numero di delegati sufficienti ad assicurarsi la nomination: al presidente Dem ne servono 1968 su 3934, al tycoon 1215 su 2429. Entrambi però dopo il voto di questa notte si avvicineranno in maniera netta al risultato auspicato.

di: Redazione - 5 Marzo 2024

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