Dopo 24 anni di carcere
Chico Forti: il rientro in Italia e la libertà vigilata, l’ipotesi per l’imprenditore giudicato colpevole negli USA
Non è ancora chiaro quando l'imprenditore tornerà in Italia. "Se il condannato resipiscente ha dimostrato condotta irreprensibile, può ottenere la libertà condizionale". Forti è stato condannato all'ergastolo negli Stati Uniti
News - di Redazione Web
Chico Forti potrebbe provare ad accedere alla libertà vigilata in Italia. Lo ha dichiarato Alexandro Tirelli, il consulente della famiglia Forti. “Dopo 24 anni dall’applicazione dell’ergastolo se il condannato resipiscente ha dimostrato condotta irreprensibile, può ottenere la libertà condizionale”, ha dichiarato il legale all’ANSA. “Forti grazie alla libertà condizionale potrebbe uscire dunque dal carcere e cominciare il periodo di cinque anni di libertà vigilata al termine del quale, se non avrà commesso ulteriori reati, potrà ottenere la piena libertà, cioè il fine pena”. Ancora non è chiaro quando Forti tornerà in Italia, dove dovrà scontare l’ergastolo ma secondo le leggi italiane, contemplando i benefici premiali nel caso in cui sarebbero previsti.
L’annuncio era arrivato nella serata di venerdì, in occasione del viaggio in Nord America della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Forti è stato condannato all’ergastolo per un omicidio negli Stati Uniti. Ha scontato 24 anni di carcere in Florida. Ex surfista, ex imprenditore, produttore cinematografico, viveva negli Stati Uniti dal 1990. Produceva documentari dedicati agli sport estremi. Fu accusato nel 1998 dell’omicidio dell’imprenditore australiano Dale Pike e condannato nel 2000 all’ergastolo senza possibilità di condizionale, una sentenza “lifetime without parole”.
- Chico Forti rientra in Italia, l’annuncio dopo 24 anni di detenzione in Usa: “Firmata autorizzazione”
- Chi è Chico Forti, la storia dell’italiano all’ergastolo a Miami e del perché non può tornare in Italia
- Ilaria Salis, i diari dal carcere in Ungheria: “Tumulata viva, segregata in un baratro, parlo col piccione”
- Ilaria Salis, l’attacco del ministro degli Esteri ungherese: “L’Italia interferisce in un nostro caso giudiziario, spero arrivi una giusta punizione”
Cosa ha fatto Chico Forti
Enrico Forti detto Chico si è sempre proclamato innocente, vittima di errore giudiziario. Ha 65 anni. Alexandro Tirelli, è consulente della famiglia Forti, in particolare dello zio di Chico, Gianni Forti, e direttore dell’Alta scuola estradizione della Camera penale internazionale. Chico Forti sarà prima trasferito dal carcere statale vicino Miami dov’è detenuto a uno federale. Il dipartimento di Giustizia americano trasmetterà al ministero di Giustizia italiano la sentenza tradotta e la documentazione prevista che indica la possibilità del trasferimento di Forti. Dal ministero la documentazione sarà inoltrata alla Corte d’Appello di Trento, che dovrà riconoscere la sentenza e metterla in esecuzione.
Quando tornerà in Italia Chico Forti
Forti dovrà comparire davanti a un magistrato per fornire il proprio assenso al trasferimento in Italia. “Avendo già scontato ormai 24 anni, ritengo che il Tribunale di sorveglianza debba riconoscergli i benefici di legge, quindi uno sconto di pena di tre mesi per ogni anno di pena sofferta in prigione”, ha aggiunto Tirelli. E quindi un ulteriore sconto di pena di 72 mesi, pari a tre anni. L’avvocato ha anche ricordato come sia l’amministrazione Trump che quella Biden siano sempre state favorevoli all’applicazione del trattato tra i due Paesi in base al quale una persona condannata in Italia o negli Stati Uniti può scontare una pena in patria.
Il caso Ilaria Salis
Per il rientro dovrebbero volerci almeno un paio di mesi. Amnesty International ha colto l’occasione per ricordare anche il caso di Ilaria Salis, l’insegnante 39enne detenuta in Ungheria con l’accusa di aver colpito in alcuni raid dei militanti di estrema durante la “Giornata dell’Onore” a Budapest. “Se ci sono accordi che consentono di scontare la pena o di attendere un processo agli arresti domiciliari nel paese di origine, ben vengano. Però vanno applicate a tutte e a tutti, quindi anche a Ilaria Salis”, ha commentato a LaPresse il portavoce di Amnesty International Riccardo Noury.