Assolto con formula piena

Sbattuto in cella per 2 anni perché era uno scafista, ma era un profugo…

Siriano, 23 anni ora ne aveva 21 quando il 18 maggio del 2022 è arrivato con una barca piena di gente a Roccella Jonica dalla rotta turca. Appena ha toccato terra si è trovato sbattuto in galera condannato come scafista: il mediatore con i trafficanti durante il viaggio l’ha utilizzato per fare da interprete perché lui parla l’arabo e il turco.

Cronaca - di Angela Nocioni

21 Febbraio 2024 alle 13:00

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Sbattuto in cella per 2 anni perché era uno scafista, ma era un profugo…

“In nome del popolo italiano la Corte di Appello di Reggio Calabria, visto l’art. 605 c.p.p. in riforma della sentenza emessa in data 15 giugno 2023 dal Gup del Tribunale di Locri, appellata da Shami Mohamed, lo assolve per non aver commesso il fatto. Ne dispone l’immediata remissione in libertà”.

Silenzio. Fuori dall’aula cade una pioggia sottile e qui, tra le panche deserte davanti alla Corte, c’è soltanto un signore di 68 anni stretto nel gilet impermeabile, a piangere di gioia per lui. E l’avvocato Giancarlo Liberati, il suo avvocato.

Non conosce nessun altro in Italia Shami Mohamed. Non ha fatto in tempo. Siriano, 23 anni ora – padre e fratello morti sotto i bombardamenti di Aleppo, mandato dalla mamma con tutti i risparmi di famiglia a cercar di salvarsi in Turchia – ne aveva 21 quando il 18 maggio del 2022 è arrivato con una barca piena di gente a Roccella Jonica dalla rotta turca.

Appena ha toccato terra si è trovato sbattuto in galera condannato come scafista. Lui ha detto subito che il mediatore con i trafficanti durante il viaggio l’ha utilizzato – contro la sua volontà, ma erano sulla stessa barca – per fare da interprete perché lui parla l’arabo e il turco.

Anche l’italiano, ora, l’ha imparato in cella a Vibo Valentia dove l’hanno trasferito dal carcere di Locri perché il suo coimputato minacciava lui e la sua famiglia: non voleva che dicesse che lui era il mediatore coi trafficanti.

Gli altri migranti stipati a bordo, avendolo visto che saliva e scendeva, appena intercettati dalla Guardia di finanza al largo di Roccella Jonica, l’hanno indicato come uno dei due scafisti. Succede sempre così: hanno fretta di allontanarsi appena sbarcati i migranti, hanno fretta di sfuggire alla polizia.

Li incalzano “chi era il capitano?”, “lui”,quello lì”, e se ne vanno. Come possono essere assunte come uniche prove quelle dichiarazioni di gente che poi va altrove e non passa nemmeno per un incidente probatorio? Comunque Shami si è sottoposto a interrogatorio il 28 gennaio del 2023 e ha raccontato nei dettagli la sua storia.

Il Gup di Locri non gli ha creduto e l’ha condannato a 4 anni e 6 mesi. L’avvocato Liberati ha preso la sua difesa pochi mesi fa e ha fatto una semplice indagine difensiva. “Ho preso la ricevuta di pagamento di diecimila dollari – racconta – ho individuato l’agenzia a Istambul e portato tutte le prove alla Procura generale”.

Ha dimostrato che l’agenzia è rintracciabilissima perché c’è scritto bello grosso il numero di telefono. Bastava chiamare, ma nessuno l’aveva fatto. L’agenzia ha confermato che quelle ricevute sono loro. “A mia memoria è la prima volta alla Procura generale di Reggio Calabria che il sostituto procuratore generale in udienza chiede l’assoluzione”, dice Liberati. La Corte ha recepito assolvendo con formula ampia.

Dobbiamo due anni di vita rubati a un ragazzino siriano. Bastava fare una indagine piccola piccola, studiare il fascicolo, fare una telefonata alla agenzia di Istanbul. Due anni di galera, per una telefonata che nessuno s’è dato la pena di fare.

Anche perché è più semplice e meno faticoso prendere per buona la dichiarazione di chi accusa persone innocenti e poi si rende irreperibile. Con tanti saluti all’art 111 della Costituzione e all’esame delle accuse nel contraddittorio delle parti.

21 Febbraio 2024

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