La decisione chiave
Assange verso l’estradizione negli Stati Uniti: udienza decisiva in Inghilterra per il fondatore di WikiLeaks
Esteri - di Redazione
Sono ore decisive per Julian Assange. Il giornalista e hacker australiano, cofondatore dell’organizzazione WikiLeaks, affronterà tra il 20 e il 21 febbraio quella che potrebbe essere l’ultima udienza in tribunale in Inghilterra che dovrà stabilire sulla sua estradizione.
Negli Stati Uniti Assange deve affrontare accuse di spionaggio e di complicità nell’hackeraggio di file secretati del Pentagono. Nel 2010 Assange infatti conquistò la ribalta internazionale pubblicando su WikiLeaks i documenti riservati ricevuti dalla ex militare Usa Chelsea Manning riguardanti crimini di guerra commessi dall’esercito americano in diverse operazioni militari, in particolare in Afghanistan e Iraq.
Se l’ex analista dell’intelligence dell’esercito americano Chelsea Manning, condannata a 35 anni di carcere, fu rilasciata dopo che il presidente Barack Obama commutò la sua pena nel 2017, per Assange fu l’inizio di un incubo.
Le accuse e il processo contro Assange
Assange divenne un “nemico pubblico” di Washington. Sempre nel 2010, i procuratori svedesi emettono un mandato di arresto europeo a carico di Assange per violenza sessuale su due donne: due anni dopo viene arrestato in Gran Bretagna e poi rilasciato su cauzione, richiede asilo politico all’Ecuador, che lo accoglie nella sua ambasciata a Londra e nel 2017 la Svezia archivia le accuse.
Nell’aprile del 2019 l’Ecuador revoca l’asilo concesso ad Assange, l’ambasciata lo espelle e il giornalista viene arrestato dalla polizia britannica. Nel maggio dello stesso anno Assange viene formalmente incriminato negli Stati Uniti: a suo carico vengono presentati diciassette capi d’accusa sulla base della legge sullo spionaggio, l’Espionage Act, per avere cospirato per ottenere informazioni classificate poi diffuse online. Ma Washington lo accusa anche del presunto reato di complicità nell’hackeraggio di file del Pentagono.
Nel febbraio 2020 inizia il processo per l’estradizione negli Stati Uniti, ma a gennaio 2021, la giudice distrettuale londinese Vanessa Baraitser ha respinto l’istanza americana con un verdetto di primo grado. Undici mesi dopo, l’Alta Corte di Londra ribalta la sentenza di primo grado e dice sì al trasferimento di Assange negli Usa. Ad aprile 2022 il tribunale dei magistrati di Londra, la Westminster Magistrates’ Court, ha emesso l’ordine formale di estradizione. Se estradato negli Stati Uniti, Assange rischia 175 anni di prigione.
L’estradizione
Tra oggi e domani l’Alta Corte di Giustizia britannica si riunirà in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Assange per bloccare il suo trasferimento negli Usa. Se dovesse essere respinto, per il fondatore di WikiLeaks resterebbe solo la carta del ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.
La moglie e avvocato, Stella Assange, ha denunciato che la condizioni di salute di Julian, detenuto dal 2019 nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel Regno Unito, sono peggiorate. Il timore è che l’attivista possa morire in carcere.