No a nuovi accertamenti

Yara Gambirasio, speranze finite per Bossetti: per la Cassazione inammissibile l’istanza su analisi reperti

Cronaca - di Redazione

16 Febbraio 2024 alle 10:35

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Yara Gambirasio, speranze finite per Bossetti: per la Cassazione inammissibile l’istanza su analisi reperti

Le speranza di una revisione del processo e di una assoluzione sono ormai finite. La Cassazione ha giudicato inammissibile l’istanza presentata dai legali di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato invia definita all’ergastolo nel 2018 per l’omicidio della tredicenne Yara Gambirasio.

Il Dna, ‘Ignoto 1’ e l’istanza respinta

Gli avvocati chiedevano di poter analizzare i reperti dell’indagine che portò all’arresto, dieci anni fa, del loro assistito, e alle successive condanne nei tre gradi di giudizio. In particolare i legali dell’uomo chiedevano di poter effettuare loro analisi, tra l’altro, sui leggings e gli slip della ginnasta tredicenne di Brembate Sopra e sui quali venne isolato il Dna inizialmente identificato come ‘Ignoto 1‘ e poi ricondotto proprio a Bossetti.

Tra il materiale, come ricorda l’Ansa, sono presenti anche i campioni di questo Dna, la cosiddetta ‘prova regina‘ che portò all’incriminazione e alla condanna di Bossetti: prova che è sempre stata al centro della battaglia processuale tra accusa e difesa, e che anche nel terzo e ultimo grado di giudizio era stato stabilito appartenere al muratore di Mapello. Vi erano poi altri abiti appartenenti alla ragazza che i difensori intendevano analizzare, ma la Cassazione ha confermato le precedenti decisioni, che avevano stabilito come quei reperti potessero essere solo visionati e non sottoposti a nuovi accertamenti.

La scomparsa e l’omicidio di Yara Gambirasio

Yara Gambirasio era stata rapita all’uscita dalla palestra di Brembate Sopra il 26 novembre 2010, vicino a casa, e trovata morta in un campo di Chignolo d’Isola ad alcuni chilometri di distanza il 26 febbraio del 2011. Bossetti fu arrestato il 16 giugno del 2014 e condannato in via definitiva all’ergastolo il 12 ottobre del 2018.

“Il potere vince sempre”

Durissimo il commento di Claudio Salvagni, uno degli avvocati di Massimo Bossetti, dopo la decisione della Cassazione. “Al netto della lettura delle motivazioni per esprimere un giudizio ponderato, la prima impressione è che quanto accaduto sia incredibile al punto di farmi dubitare che la giustizia esista. Il potere vince sempre“, le parole di Salvagni.

Se su Massimo Bossetti possono esserci ancora colpevolisti e innocentisti magari al 50 e 50, al 100% si può affermare che in quei reperti c’è qualcosa che noi non possiamo accertare: c’è la risposta che Massimo è innocente“, ha proseguito il legale, “Quei reperti sono sempre stati intoccabili e il perché è ormai evidente“, l’accusa dell’avvocato.

di: Redazione - 16 Febbraio 2024

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