La strage
Gaza, spari sulla folla in attesa degli aiuti umanitari: almeno 20 morti e 150 feriti, Hamas accusa Israele
Esteri - di Redazione
Sarebbero almeno venti i morti e altri 150 i feriti in un attacco dell’IDF, le Forze di difesa israeliane, compiuto a Gaza City mentre cittadini palestinesi erano in attesa di ricevere aiuti umanitari.
A riferirlo è l’emittente al-Jazeera. Il caos è scoppiato in piazza Kuwait, nel quartiere di Zeitoun a est di Gaza City nel Nord dell’enclave palestinese. Ashraf al-Qudra, portavoce del Ministero della Sanità di Gaza, ha denunciato come “l’occupazione israeliana ha commesso un nuovo massacro contro migliaia di bocche affamate che aspettavano”.
Il rischio è che il numero delle vittime aumenti perché molti feriti sono gravi e sono stati portati presso l’ospedale Al-Shifa, che è senza forniture mediche e ha solo pochi medici che lavorano, ha detto al-Qudra.
Il portavoce della protezione civile Mahmoud Basal ha riferito delle difficoltà incontrate dai soccorritori per raggiungere la scena perché i militari israeliani lo hanno ostacolato.
Chaos ensued during aid distribution in Gaza City as residents ran amidst the sound of gunfire pic.twitter.com/UD1pNgLqPq
— Reuters (@Reuters) January 25, 2024
L’esercito israeliano, riporta il Guardian citando Al Jaazera, “sta esaminando le accuse” secondo cui le sue forze avrebbero aperto il fuoco sulla folla di palestinesi in coda per chiedere aiuti nel nord di Gaza City.
L’attacco al rifugio Onu a Khan Yunis
Intanto è salito a dodici il bilancio dell’attacco di mercoledì 24 gennaio al rifugio della Unrwa a Khan Yunis a Gaza, secondo una dichiarazione al Guardian di Thomas White, il vice coordinatore umanitario per i territori palestinesi occupati.
Altre 75 persone sono rimaste ferite, di cui 15 in condizioni critiche. Israele ha negato la responsabilità dell’attacco, in cui due colpi di carro armato hanno colpito un centro di addestramento dell’Unrwa che ospitava 800 civili palestinesi sfollati.
In una nota le Forze di difesa israeliane affermano di aver “attualmente escluso” che l’incendio sia stato causato da “attacchi aerei o di artiglieria delle Idf“.
Da Washington l’amministrazione Joe Biden ha condannato l’attacco alla struttura delle Nazioni Unite. La Casa Bianca “deplora” infatti l’attacco al rifugio di Khan Yunis: si tratta di uno dei rarissimi casi in cui gli Stati Uniti condannano pubblicamente l’alleato dal 7 ottobre scorso, quando Hamas attaccò lo Stato ebraico dando il via alla feroce operazion militare israeliana costata la vita a oltre 25mila persone nella Striscia, di cui il 70 per cento donne e bambini.
(articolo in aggiornamento)