L'ispezione a Firenze
Ospedale Careggi, il Ministero invia gli ispettori a Firenze per il farmaco ai minorenni con disforia di genere
Quarantotto ore negli uffici dell’azienda ospedaliero-universitaria Careggi per un confronto sui “percorsi relativi al trattamento dei bambini con disforia di genere e all’uso del farmaco triptorelina”. Da martedì 23 gennaio gli ispettori del ministro della Sanità Orazio Schillaci sono nella struttura sanitaria toscana, ma “non c’è alcun intento punitivo”, assicurano dal Ministero.
Un disclaimer che lascia dubbi importanti: la scelta di mandare gli ispettori al Careggi segue infatti l’interrogazione parlamentare presentata il 18 dicembre scorso dal senatore e capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri sulle possibili irregolarità da parte dell’ospedale sulle procedure di somministrazione del farmaco triptorelina ai minorenni con disforia di genere.
In particola Gasparri accusa il Careggi che “ai bambini di età media di 11 anni” che si rivolgono all’ospedale fiorentino non viene “fornita assistenza psicoterapeutica e psichiatrica e che nello stesso ospedale il reparto di neuropsichiatria infantile proprio non esiste”.
Cos’è la disforia di genere
La disforia di genere è una condizione caratterizzata da una intensa e persistente sofferenza causata dal sentire la propria identità di genere diversa dal proprio sesso. Se per la maggior parte delle persone il sesso biologico e l’identità di genere coincidono, per altre l’identità di genere è diversa dal sesso biologico: alcune persone, per esempio, si sentono/vivono come una donna, ma sono di sesso biologico maschile; altre, si sentono/vivono come un uomo ma sono di sesso biologico femminile; altre ancora, sentono di non appartenere a nessuno dei due generi maschile e femminile.
La disforia di genere è indipendente dall’orientamento sessuale, termine che indica l’attrazione sessuale ed affettiva verso una persona dello stesso sesso (omosessualità), del sesso opposto (eterosessualità) o di entrambi i sessi (bisessualità), e non va confusa con esso: infatti, le persone transgender possono avere qualsiasi orientamento sessuale e sentimentale, ad esempio possono essere eterosessuali o lesbiche, gay o bisessuali.
Il farmaco triptorelina
Alla base dell’interrogazione di Gasparri e dell’invio degli ispettori al Careggi c’è la denuncia di un possibile uso della triptorelina senza rispettare le procedure individuate dall’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) per la sua somministrazione.
La triptorelina è un farmaco “bloccante” della pubertà e agisce sul sistema endocrino: in pratica ferma lo sviluppo delle mestruazioni, la crescita del seno e dei peli, lo sviluppo dei testicoli e l’abbassamento della voce.
La sua azione è temporanea e reversibile: la sua terapia non modifica il corpo ma lo lascia “neutrale”, una terapia che può essere sospesa dopo un massimo di quattro anni e consentire così la ripresa dello sviluppo puberale nella direzione del genere di nascita.
Se fino al 2018 la triptorelina era un farmaco assunto in modalità off-label, pagato dunque dalle famiglie perché da utilizzare in modalità diverse dalle indicazioni di utilizzo, col parere del Comitato nazionale per la bioetica le modalità di assunzione sono cambiate. Da febbraio 2019 l’AIFA lo ha inserito nell’elenco dei farmaci erogabili a totale carico del Servizio sanitario nazionale, per “l’impiego in casi selezionati in cui la pubertà sia incongruente con l’identità di genere (disforia di genere), con diagnosi confermata da una équipe multidisciplinare e specialistica e in cui l’assistenza psicologica, psicoterapeutica e psichiatrica non sia risolutiva”.
La difesa del Careggi sulla disforia di genere
L’ospedale Careggi ha già inviato al Ministero della Sanità una relazione sulle procedure seguite sulla disforia di genere. La struttura ha sottolineato che la triptorelina viene somministrata solo a ragazzi già in pubertà, non ai bambini di 11 anni, e che in ogni caso il Careggi si occupa solo marginalmente della valutazione psicologica dei pazienti è perché a svolgere il servizio è l’Asl Toscana centro.
Il Careggi è la struttura sanitaria più importante d’Italia per il trattamento di questi casi. Ma l’età media dei pazienti che accedono al Crig, il Centro regionale per l’incongruenza di genere, “è di 14,8 anni e quella dei casi per i quali risulta necessario il trattamento farmacologico è di 15,2”.
Ovviamente pima di accedere al farmaco la prassi prevede che uno psicologo “valuti nel corso di varie sedute, nell’arco di circa un anno, se il paziente soddisfa i criteri diagnostici per la disforia di genere e in caso contrario viene dimesso o inviato al neuropsichiatra di riferimento”. Solo se soddisfa i suddetti criteri, si può arrivare all’eventuale prescrizione del farmaco.