Le esequie
Giovanna Pedretti, mille persone ai funerali: “Su di lei giudizi pesanti come macigni”
Lo striscione contro i giornalisti e le parole pronunciate da Don Enzo Raimondi in occasione dell'omelia
News - di Redazione Web
Un migliaio di persone ha partecipato stamani a Sant’Angelo Lodigiano ai funerali della ristoratrice 59enne Giovanna Pedretti trovata morta 8 giorni fa nel greto del fiume Lambro. Nei giorni precedenti la donna aveva ricevuto lodi per aver risposto a tono a una recensione di un cliente che si lamentava di aver mangiato nel suo locale – la pizzeria ‘Le Vignole‘ di Sant’Angelo – con a fianco due omosessuali e un disabile e poi era stata accusata sui social proprio di aver inventato quella recensione solo per farsi pubblicità. Lo striscione per ribadire ai giornalisti di rispettare il momento di dolore, che era comparso, nei giorni scorsi, vicino all’abitazione della donna, che si trova sopra la pizzeria, è stato esposto sul sagrato della basilica.
Chi è Giovanna Pedretti
Don Enzo Raimondi, che ha celebrato le esequie con tutti i parroci di Sant’Angelo, all’arrivo della bara in chiesa ha detto che “non è il clamore mediatico che ci riunisce qui ma l’amicizia con Giovanna e la vicinanza ai familiari. Siamo qui per lei“. Nella vicenda, “c’è il giudizio sommario, senza appello, senza misericordia, di chi parla senza sapere, senza conoscere“. Don Enzo Raimondi si è espresso così oggi ai funerali della donna: “Il rincorrersi, senza alcun filtro, dei sospetti, pesanti come macigni. Costruiti per soddisfare i pruriti di gente ormai frustrata al punto da bramare la narrazione delle disgrazie altrui. Dove il teorema da dimostrare, il dubbio da alimentare è che anche dove c’è del bene si nasconde, alla fine, un interesse, un tornaconto. Facendo così diventare le ombre tenebra“.
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Giovanna Pedretti: la recensione e le accuse
“Dolore, clamore: due parole così assonanti e dissonanti allo stesso tempo da produrre note stonate che noi abbiamo dovuto, nostro malgrado, ascoltare in questi giorni“, ha detto Raimondi. Il sacerdote ha parlato del, “dolore di chi si è visto messo, radicalmente, in discussone nella propria sincerità e autenticità“. “Da una parte – ha aggiunto don Raimondi – la famiglia, dall’altra l’invadenza, l’insistenza. L’arroganza di chi crede di poter distruggere e poi restituire la stima e la dignità di qualcuno ma che, in realtà, non ha avuto nessuna possibilità di far vacillare chi ha conosciuto Giovanna, nel credere alla sua acclarata onestà e generosità“.
Come è morta Giovanna Pedretti
“Giovanna non era sola, non lo è in questo momento – ha concluso –Dio le è stato vicino anche negli ultimi momenti come è vicino alla famiglia, a tutti noi. Ma abbiamo visto il male cosa può fare. Ci sentiamo, a volte, così svuotati che la cattiveria ci dà il colpo di grazia. Lasciamo che Dio ci aiuti a pensare Giovanna libera, serena, tra le braccia del padre“.