Il centro di Via Corelli
Cibo scaduto ai migranti, orrore al Cpr di Milano
Dopo un’ispezione a sorpresa nel centro di via Corelli i magistrati hanno scoperto che gli ospiti venivano imbottiti di psicofarmaci
Cronaca - di Frank Cimini
Se e quando la politica se ne frega e non interviene, lo fa la magistratura che ha sequestrato in via preventiva il Cpr di via Corelli a Milano descrivendolo come un vero e proprio lager con la prefettura che in pratica aveva prorogato il contratto alla società che lo gestiva anche dopo che erano emerse gravissime criticità.
Per dare un’idea del tutto basta citare la chat in cui un migrante scrive ad un legale dell’associazione Naga: “Io voglio morire” inviando una foto delle sue labbra cucite in segno di protesta. “Vi era un uso costante e indiscriminato di psicofarmaci senza necessità terapeutiche. Consultando le cartelle cliniche di alcuni trattenuti si vedeva da una parte la prescrizione di questi psicofarmaci e dall’altro la non necessità almeno a fini terapeutici per quanto emergeva dalla stessa cartella clinica”. Sono le parole messe a verbale davanti ai pm da Nicola Cocco, medico specialista in malattie infettive.
La procura ha disposto il sequestro preventivo per impedire alla società Martinica srl di Salerno di continuare a gestire la struttura. Cocco ha spiegato che nelle carceri di San Vittore e Bollate il 40 per cento dei reclusi prende psicofarmaci mentre in via Corelli si arriva al 70 per cento.
E ancora: “I bagni erano in condizioni vergognose, le camerate erano sporche. Per il cibo a me sembrava pasta con il gorgonzola in quanto aveva un odore rancido, poi emergeva che era pasta con le zucchine andate a male. Ho cercato di evitare che venisse mangiata ma non ho fatto in tempo. In 40 hanno avuto una intossicazione alimentare. Cibo scaduto o avariato”.
I migranti stavano in posti pieni di piccioni nutriti dagli stessi reclusi. I piccioni portano malattie, la spazzatura era ovunque, stanze piene di mozziconi di sigarette, lenzuola sporche fatte di tessuto non tessuto che ovviamente non venivano cambiate.
I servizi di mediazione linguistica e culturale erano assenti, come quelli di assistenza sociale, psicologica e di orientamento legale. Questo dicono i pm Paolo Storari, Tiziana Siciliano e Giovanna Cavalleri che firmano il decreto di sequestro. La valutazione è stata fatta sulla base di una ispezione a sorpresa e videoregistrata lo scorso primo dicembre al fine di accertare le inadempienze della società Martinica.
Secondo i magistrati c’è una situazione di frode nelle pubbliche forniture non soltanto a oggi ma destinata a proseguire nel prossimo futuro soprattutto perché la società che gestiva ha mantenuto comportamenti dissimulatori. “L’hai sentita o no la puzza? Tu lo mangi? Se lo dai a un cane lo butta via, non siamo animali” dice un migrante in uno dei video raccolti da un avvocato del Naga. Un Cpr da chiudere e non solo questo, insomma.