Il caso al Cpr di Restinco
L’Europa costringe l’Italia a scarcerare un ragazzino
È triste vivere in un paese che mette in prigione dei ragazzini che non hanno commesso nessun reato e che vorrebbero solo vivere una vita migliore. In dispregio assoluto del diritto, della Costituzione e del codice penale.
Editoriali - di Piero Sansonetti
La Cedu, cioè la Corte europea per i diritti umani, non ha avuto dubbi e ha accolto la richiesta di scarcerazione di un ragazzino straniero di 15 anni, avanzata dall’avvocato Dario Belluccio.
La Corte ha detto che la sua detenzione nel Cpr di Restinco, vicino a Brindisi (“in condizioni inumane e degradanti”), è assolutamente illegittima. E ha disposto la sua immediata liberazione il trasferimento in un luogo e in una struttura adatta, dove possa essere assistito e protetto.
Non sappiamo il nome di questo giovane che è arrivato in Italia dopo una traversata dalla Libia affrontata da solo, senza i genitori. E accolto dall’Italia con ferocia da carcerieri. È triste vivere in un paese che mette in prigione dei ragazzini che non hanno commesso nessun reato e che vorrebbero solo vivere una vita migliore. In dispregio assoluto del diritto, della Costituzione e del codice penale.
La notizia è stata fornita alla stampa dall’Asgi (l’associazione di studi giuridici sull’immigrazione) che ha anche denunciato il fatto che l’Italia è piena di situazioni simili. Per l’Italia è uno schiaffo. Anche se potete star certi che nessuno se ne avrà tanto a male. I giornali non ne parleranno molto, anche perché è aperta la questione Ferragni e non resta molto spazio.
La decisione della Cedu dimostra che esistono due Europe. C’è l’Europa della Cedu, che tiene la barra ferma sui diritti. E poi c’è l’Europa della politica, che l’altra sera ha firmato un patto sui respingimenti dei migranti che assomiglia più alle leggi razziali del ‘38 che alla dichiarazione dei diritti dell’uomo…