Riscoprire il sud

Rocco Scotellaro, chi era il sindaco poeta di Tricarico morto a soli 30 anni

Scotellaro viene ricordato come scrittore, come il giovane sindaco di Tricarico ed anche per il suo interesse nei confronti della riforma agraria, della sociologia dei contadini, ai quali ha dato voce.

Cultura - di Vito De Filippo

20 Dicembre 2023 alle 17:00

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Rocco Scotellaro, chi era il sindaco poeta di Tricarico morto a soli 30 anni

È morto settant’anni fa a solo trent’anni il sindaco-poeta di Tricarico Rocco Scotellaro. Una fulminante esistenza di impegno sociale, culturale e politico. A Tricarico, antico ed austero paese dell’entroterra lucano la voce, i versi di Rocco risuonano, ancora. Attuali! La toponomastica e i ricordi vivi dei “paesani” sono li’.

Per le strade dell’antico centro arabo-normanno. Voce di un Sud ancora profondo e contraddittorio, non ha perso la parola di quella lingua remota ed intrigante che era dei “Contadini del Sud”.

Un crocevia di analisi che partirono dai luoghi antichi della Basilicata. Saggi, articoli, indagini, inchieste, reportages fotografici, a tratti disorientanti nel dibattito del secondo dopoguerra e nella stessa sinistra italiana. E non solo. Con Carlo Levi e Manlio Rossi Doria da una parte e Alicata, Muscetta e Salinari dall’altra.

Per citarne solo qualcuno. La memoria di Rocco incombe sul territorio vasto e complesso della Lucania e del mezzogiorno. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha istituito un Comitato Nazionale a cento anni dalla nascita del poeta, per promuovere, far conoscere, riaprire il dibattito su un passaggio importante della vita nazionale nel secondo dopo guerra.

Scotellaro e le grandi indagini antropologiche di Ernesto De Martino. Scotellaro e Levi, il Cristo si è fermato ad Eboli. La riforma agraria e tanti altri snodi non del tutto risolti della vita italiana. Il presidente della Deputazione della Storia Patria il Professore Antonio Lerra coordina un’opera di approfondimenti e di confronto tanto vasta quanto a volte sconosciuta. Grazie anche a Scotellaro la Basilicata divenne un “topos” privilegiato di confronti. Una terra “battuta” in lungo e largo.

A partire dalle drammatiche esperienze di “confino” nel fascismo. Con alterne analisi e conclusive, a volte, definizioni. Un andirivieni di esperienze e di missioni antropologiche segnarono in maniera profonda il dibattito di quel tempo. Scotellaro viene ricordato come scrittore, come il giovane sindaco di Tricarico ed anche per il suo interesse nei confronti della riforma agraria, della sociologia dei contadini, ai quali ha dato voce.

In quella formidabile ricerca incompiuta sui contadini dell’intero mezzogiorno (quello continentale e le isole) come ci ricorda nella bellissima prefazione che scrisse Manlio Rossi-Doria. Si apre, oggi, un dibattito vasto, a tratti periglioso sullo stato attuale delle questioni. Tra Pnrr, coesione e la vecchia storia del divario e della disunità italiana. Scotellaro attraversa l’attualità con grande forza a vedere mostre, convegni, ulteriori comitati che in lungo e largo in Italia sindacati ed organizzazioni varie mettono in campo.

Qualche anno fa Paola Scotellaro ci raccontò del rapporto fra Ernesto De Martino e Rocco Scotellaro. Con qualche inedita lettera dello scrittore di Tricarico. L’antropologo e dirigente politico che fu ospite di Scotellaro a Tricarico nel 1950 in una delle sue “missioni etnografiche” aveva fatto reagire il sindaco-poeta con una lettera a Pietro Ingrao allora direttore de l’Unità.

Nella lettera al direttore del giornale, Scotellaro segnalava che il “canto contro le cartoline” per il reclutamento militare, quello della Rabata più altri, erano suoi e di alcuni dei contadini del suo paese. Scotellaro rispondeva ad un articolo di Ernesto De Martino uscito su l’Unità del 26 Giugno 1951.

La tragedia della guerra che entrava nelle povertà indescrivibili delle case dei contadini con la “cartolina di preavviso”. Il “precetto”come vigilia della morte. Consegnata anche ad una donna che “aveva già perduto dei figli in guerra”. Scriveva Scotellaro.Noi alla guerra non andiamo perché vogliamo pace e pane” dicevano quei versi .

De Martino aveva omesso che quei canti popolari erano opera della stesso Scotellaro ed “alcune belle strofe di autori diversi, i compagni Pepe Pietro e Zasa Paolo, legati tra loro per l’unità del sentimento”, scriveva puntiglioso Scotellaro ad Ingrao. La guerra anche allora come oggi che travolge prima i deboli, abbatte gli indifesi, sconfigge quelli già perdenti.

La guerra dei contadini di Scotellaro. Che a tratti paradossalmente ed incredibilmente somiglia a quelle di tante immagini del terrore di Gaza e Tel Aviv o di Bucha. La profondità venosa di un passaggio al Sud ancora immanente, attualissimo, che dà ragione al Sindaco di oggi di Tricarico: Paolo Paradiso. Bisogna costituire una Fondazione, dice Paradiso, per ”accudire” permanentemente la memoria di Rocco. La sua “struggente” ed imprevedibile attualità.

20 Dicembre 2023

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