Il ruolo degli intellettuali

Scrittori, popolo, dove siete? Ridateci Salinari e Asor Rosa

La disputa tra i due grandi intellettuali della sinistra che l’Unità ha avuto il merito di rispolverare, ci interroga sul presente. Esistono ancora pensatori in grado di incidere sul reale?

Cultura - di Ilario Ammendolia - 8 Dicembre 2023

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Alberto Asor Rosa e Carlo Salinari
Alberto Asor Rosa e Carlo Salinari

Nel 1965 il prof. Asor Rosa pubblica, per Samonà e Savelli, Scrittori e popolo, in cui analizza il tema populista nella letteratura italiana del Novecento. Un libro che non ha convinto per nulla Carlo Salinari, un intellettuale di grande spessore, rigorosamente organico al Pci, già combattente partigiano e acuto critico letterario.

In quegli anni, Asor Rosa si poneva a sinistra del Pci e, sempre secondo Salinari, era alla ricerca costante di uno splendido isolamento, congeniale al suo collocarsi “su un piedistallo” da cui demolire decenni di letteratura impegnata che vanno dal Risorgimento agli anni 60 del Novecento.

È giocoforza che per farlo Asor Rosa ha bisogno di contrastare alla radice la linea del Pci che, secondo l’autore di Scrittori e popolo avrebbe sbagliato tutte le scelte strategiche che vanno dalla Resistenza alla metà degli anni 60. L’errore maggiore sarebbe stato quello di anteporre la nazione alla classe. Alla classe operaia innanzitutto.

Dal canto suo, Salinari rivendica con puntigliosa fermezza e una per una le scelte strategiche del Pci, sottolineando il fatto che proprio grazie ad esse, gli intellettuali erano usciti da un lungo isolamento per diventare un soggetto capace di operare nella storia. A distanza di quasi mezzo secolo l’Unità ripubblica – non a caso – l’articolo di Salinari quasi che dinanzi allo sbandamento attuale della Sinistra e degli intellettuali, riaffiori una sostanziale nostalgia per le antiche certezze smarrite.

Ho trovato l’articolo di Salinari molto bello anche se non può dare risposte, se non molto parziali, allo sbandamento odierno. Soprattutto tenendo conto che l’arido “oggi” è figlio anche di quel passato rivendicato da Salinari con orgogliosa sicurezza. E che resta comunque un grande passato.

Tanto più grande se dalla sua rivisitazione si potranno trarre elementi validi per comprendere il motivo per cui nell’Italia di oggi i grandi intellettuali, che pur ci sono, non sono in grado di modificare la realtà, mentre tengono la scena una schiera di editorialisti, spacciati per grandi pensatori, e che rappresentano il fior fiore della cultura illiberale, guerrafondaia e forcaiola nell’ Italia di oggi.

Forse, oggi come ieri, per poter esercitare l’egemonia gli intellettuali avrebbero bisogno di un forte soggetto storico di riferimento e di cui oggi si sente forte la mancanza. Non vado alla ricerca di singoli errori del passato, anche perché non ne sarei capace, ma credo che alla base di tutto ci sia stata la rimozione della concezione marxista dello Stato e, in seconda battuta, del Partito della classe operaia.

Difendere lo Stato costituzionale anche attraverso una vasta unità nazionale è stata una scelta sacrosanta del Pci e della Sinistra in generale. Rinunciare a modificarlo nel senso indicato dalla Costituzione e seguendo la bussola della trasformazione in senso socialista della società è stato un errore pagato con la progressiva scissione tra intellettuali e Partito e successivamente tra Stato e popolo.

Così, per esempio, s’è affrontata la “questione morale” come se ci potesse essere una morale fuori della Storia. E ci sarà un motivo se molti intellettuali di sinistra hanno sostenuto la stagione di Mani pulite inseguendo i girotondini e la lotta alla criminalità organizzata come mero fatto di ordine pubblico.

Ed infine, se lo scontro con Berlusconi si è consumato inseguendo le sue vicende giudiziarie o peggio ancora le sue avventure amorose piuttosto che mettendo in discussione le gravi distorsioni di un sistema capitalistico che esprimeva il padrone di Mediaset come leader politico e statista indiscusso.

L’articolo di Salinari e lo “scontro” con Asor Rosa sono molto lontani nel tempo ma il cuore del loro confronto è ancora attuale. Innanzitutto per farci capire perché “il lungo silenzio” degli intellettuali duri ancora e quindi l’importanza di ricostruire un soggetto forte, capace, oggi come ieri, di operare nella storia. Ed infine per comprendere come è stato possibile che dal livello del confronto “Salinari – Asor Rosa” si possa esser precipitati nella situazione attuale.

8 Dicembre 2023

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