A Milano
Rancilio: la storia della famiglia dall’impero immobiliare al sequestro di Augusto all’omicidio di Fiorenza
L'immobiliarista Gervasio Rancilio aveva costruito numerosi quartieri tra Italia e Francia. Presso un suo cantiere, a Cesano Boscone, il 2 ottobre 1978, venne rapito il figlio architetto, 26 anni. Non fu mai ritrovato. La sorella Fiorenza aveva presieduto la Fondazione dedicata alla memoria del fratello
Cronaca - di Redazione Web
A trovare il corpo di Fiorenza Rancilio, morta nel salone di casa in centro a Milano, è stata la collaboratrice domestica. La donna non sarebbe riuscita a entrare come ogni giorno nell’appartamento al nono piano di via Crocifisso 6 e soltanto dopo essere passata dagli uffici dell’immobiliare Omnium nello stesso palazzo e risalita è riuscita a farsi aprire dal figlio 35enne della donna. Per la morte improvvisa dell’immobiliarista e presidente della fondazione Augusto Rancilio è stato aperto un fascicolo per omicidio.
Al sentire il cognome della famiglia di imprenditori, il primo pensiero va proprio a lui: il ragazzo che a 26 anni venne rapito e mai più ritrovato. La storia della famiglia di immobiliaristi italo francesi era cominciata molto prima. Gervaso Rancilio aveva realizzato molti quartieri in Italia e in Francia: nessun legame con Roberto Rancilio che fondò l’azienda Rancilio Group che realizza macchine da caffè. Gervaso Rancilio aveva vissuto e lavorato in Francia prima di tornare a Milano, dove ha costruito interi quartieri dell’hinterland. Il patrimonio immobiliare vanta oggi un portfolio di circa settemila appartamenti. Una cinquantina di dipendenti in tutto, attivi sul mercato immobiliare europeo in autonomia o in partnership con altri investitori privati o istituzionali. La holding Palladium Group Geie è presente in Belgio, Olanda, Francia, Germania, Svizzera, Stati Uniti, Gran Bretagna e Lussemburgo.
Il rapimento di Augusto Rancilio
Era la mattina del 2 ottobre 1978 quando un commando di otto persone dell’Anonima Sequestri, nei pressi di un cantiere del padre a Cesano Boscone, circondò padre e figlio e prelevò il giovane architetto e lo caricò su un furgone. Secondo una ricostruzione riportata da Il Corriere della Sera, lo stesso appartamento in via Crocefisso fu oggetto di perlustrazioni prima del rapimento. A rivelare certi dettagli Saverio Morabito nel processo Nord-Sud.
Augusto Rancilio sarebbe stato portato prima in un box a Buccinasco, trasferito tra Nerviano e San Giorgio sul Legnano, trasferito ancora una volta in Calabria. Secondo quanto ricostruito il padre tornò in ufficio: “C’è l’impresa da mandare avanti. Non possiamo fermarci”. Disse che non avrebbe potuto pagare alcun riscatto per via dei suoi debiti con le banche. Del gruppo criminale facevano parte persone che conoscevano la famiglia, alcuni erano locati o abitavano in appartamenti della società. Su quegli spostamenti non si è mai alzata una coltre di mistero: non è mai stato ritrovato il corpo del 26enne, ucciso in un tentativo di fuga dal sequestro secondo quanto riferito ai primi anni ’90 dal collaboratore Morabito.
La fondazione Rancilio
Alla memoria dell’architetto 26enne fu dedicata una fondazione culturale senza scopo di lucro, per anni presieduta dalla sorella Fiorenza. “Accanto all’originario scopo di studio e ricerca nei campi dell’Architettura, del Design e dell’Urbanistica – con particolare attenzione ai giovani e al loro inserimento nel mondo del lavoro – FAR oggi promuove la tutela e la valorizzazione della propria sede istituzionale, Villa Arconati a Bollate, una deliziosa villa del XVII secolo immersa nel verde alle porte di Milano”, si legge sul sito ufficiale. “Su quanto successo non abbiamo nulla da dichiarare”, la risposta all’Agi dalla Fondazione Augusto Rancilio, al momento presieduta dal fratello Cesare.
Per la morte di Fiorenza Rancilio è stato sentito il figlio 35enne della vittima, trovato in casa in stato confusionale e trasportato in ospedale. L’attico al nono piano sarebbe stato trovato chiuso dall’interno. Al vaglio della Procura la posizione del giovane uomo, trovato in stato confusionale nell’appartamento affianco al corpo della donna. Avrebbe assunto psicofarmaci. I carabinieri e la pm Ilaria Perinu starebbero valutando diversi oggetti trovati nell’appartamento di via Crocefisso. La vittima aveva profonde ferite alla testa.