La riforma Meloni
Riforma del premierato, dopo le parole di Gianni Letta si spacca Forza Italia
La frecciata di Gianni Letta mette in allarme il centrodestra. Giorgio Mulé si schiera con il vecchio consigliere del cav. Casellati durissima contro Letta
Politica - di Paola Brilli
Le parole di Gianni Letta sul premierato “vanno lette con il rispetto che si deve a una figura con la sua esperienza e il suo vissuto. È un uomo delle istituzioni, non di parte. Ha una sensibilità tale che guai a mettergli delle etichette. Le sue riflessioni vanno valutate e approfondite come è giusto che sia e come deve fare il Parlamento davanti a una riforma costituzionale per cui non possono esistere delle bandiere da piazzare. C’è solo un interesse superiore, che è il funzionamento corretto delle istituzioni”.
Lo ha detto il vicepresidente della Camera, l’azzurro Giorgio Mulè ieri mattina. E cioè poche ore dopo l’uscita a sorpresa del vecchio e autorevolissimo consigliere di Berlusconi, protagonista di 30 anni di battaglie del centrodestra, il quale aveva messo in discussione alla radice la proposta di riforma costituzionale, e cioè “il premierato”, che Giorgia Meloni, da qualche tempo, ha trasformato nella propria bandiera.
Per il centrodestra la fronda di Letta è un bel problema. Se “Forza Italia” si mettesse di traverso, salterebbe tutto. Oltretutto questo è un momento delicato per “Fratelli d’Italia” presa in pieno dalla cannonata tirata dalla magistratura contro il sottosegretario Delmastro.
La dichiarazione di Mulè a favore di Letta ha provocato immediate controdichiarazioni.
Già l’altra sera Tajani aveva precisato che “Forza Italia” sostiene la riforma. Ieri è intervenuta anche Maria Elisabetta Casellati, ministra forzista delle riforme, a difesa della Meloni. La Casellati è andata dritta dritta contro Letta.
“ Nessuno dei rilevanti poteri del Capo dello Stato, previsti in nove articoli della Costituzione, è stato toccato. Per questo le parole di Gianni Letta sono state travisate, perché l’ipotesi da lui prospettata riguarda un rapporto generico tra due poteri, ma non quello specifico del premierato all’italiana da noi proposto, che si distingue dagli altri e soprattutto dal cancellierato alla tedesca, tanto sbandierato dal Pd, che svuota la figura del Capo dello Stato relegandola al ruolo di un mero notaio. Molti autorevoli costituzionalisti uditi in commissione al Senato hanno condiviso l’obiettivo di dare voce ai cittadini per scegliere un indirizzo politico attraverso l’elezione diretta del presidente del Consiglio. Hanno proposto correttivi che rafforzano e non intaccano la ratio del nostro progetto di riforma. Ma la risposta del Pd è stata un controcanto falso e strumentale che evidenzia un vuoto di idee e di proposte”.
La Casellati polemizza con il Pd, ma è chiaro che il suo obiettivo è Letta. Anche perché travisare Letta è piuttosto difficile. Puoi dirgli tutto a Letta, ma non di parlare confuso. Quando Casellati dice che è stato travisato è chiaro che intende dire: “Letta travisa”. Ma Letta non travisa affatto. Si riferisce precisamente allo squilibrio tra poteri che si verrebbe a creare con un presidente del Consiglio eletto direttamente dal popolo.
A tentare una mediazione è stato Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “Gianni Letta è un libero pensatore di grande livello e di grande autonomia -ha detto-. Dire che una riforma sul premierato dà maggior forza popolare al premier è scontato e non è di polemica spiccia, credo non ci sia nulla da temere sul fatto che il centrodestra sia unito su questa riforma – ha commentato il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, a Skytg24 – Quando dico che è un libero pensatore intendo che è una persona avveduta nelle analisi tecniche e accademiche, è in linea e partecipa dando idee e pensieri ai vari incontri”.