Le donne invadono le piazze
L’urlo delle ragazze: il popolo del Circo Massimo non si rassegna a Meloni, campanello d’allarme per il governo
Era un grande urlo spontaneo, una ribellione vera. Cantavano, gridavano. Come i loro slogan. Erano aggressive ma sicuramente non violente. E' una svolta?
Editoriali - di Piero Sansonetti
Le ho incontrate sul Lungotevere. Erano un gruppo di tre o quattrocento ragazze, molto giovani, che marciavano verso il raduno al Circo Massimo. Belle, serene, pacifiche. Agguerrite negli slogan. Gridavano la frase che abbiamo scelto per il titolo: “Tutte insieme facciamo paura”.
Avevano un segno viola sul viso, qualche maschera, erano compatte, fitte fitte, decise. Tutto potevi pensare meno che fossero lì per caso, come piace pensare a Salvini. Le ho seguite con la bici e siamo arrivati al Circo massimo che era pieno, pieno come non lo vedevo da una ventina d’anni. Ho cercato di ricordarmi un precedente.
Mi è venuto in mente solo il precedente di Cofferati, quando riempì fino all’inverosimile il Circo Massimo per fermare la riforma dello Statuto dei Lavoratori ( e ci riuscì). Ieri il Circo Massimo non era pieno come nel 2002, ma ce n’erano almeno la metà. Allora dicemmo tre milioni, ma eravamo esagerati. la polizia disse 700 mila e probabilmente aveva ragione.
Mi ha colpito non tanto la vastità della manifestazione. Ma il grado altissimo della partecipazione e dell’entusiasmo. Ero stato recentemente a vedere la manifestazione del Pd e poi quella di Cgil e Uil a Piazza del Popolo. Bei successi, indubbiamente, ma nemmeno largamente paragonabili, per ampiezza e soprattutto per entusiasmo, alla manifestazione di ieri. Ieri si sentiva uno scatto politico. Non era una messa in scena, non era una prova di forza.
Era un grande urlo spontaneo, una ribellione vera. Cantavano, gridavano. Erano aggressive ma sicuramente non violente. Come i loro slogan. Mi ha colpito questo: “Il nostro è il grido altissimo e feroce / per tutte quelle che più non hanno voce”. Lo scandivano con rabbia ragazzine di 18 anni. E però con loro c’erano moltissimi ragazzi e anche delle signore e delle persone anziane che avevano sentito la chiamata a riunirsi.
E digrignavano i denti. È una svolta?
Nascerà qualcosa di grandioso o sarà stata solo una grandiosa manifestazione? Non lo so. Però una cosa la ho capita: questo paese è un po’ diverso da quello che immaginavamo. Non è solo populismo, o qualunquismo o Meloni, Meloni Meloni. C’è un pezzo di popolo che non si rassegna. Che pensa, che vuole lottare. Per il governo è un campanello d’allarme. Anche perché questi sono giovani. Quando c’è un movimento che apre un conflitto vero, poi la cosa non la risolvi con due slogan e una battutaccia a Renzi.