Il caso del sequestro Gancia
Chi era Umberto Rocca, ultimo testimone del processo sulla morte di Mara Cagol a Cascina Spiotta
L’indagine era stata archiviata nel 1987, ma non era stata allegata agli atti perché introvabile a causa dell’alluvione, per cui meno di un anno fa è stata riaperta per decisione del gip di Torino su richiesta della procura.
Cronaca - di Frank Cimini
È morto il generale Umberto Rocca, l’ultimo testimone di un processo che la magistratura torinese sta compiendo ogni sforzo per celebrare circa mezzo secolo dopo, ma non per cercare di accertare se a Margherita Cagol alla Cascina Spiotta dove era tenuto sotto sequestro l’imprenditore Vallarino Gancia fu sparato il colpo di grazia mentre era inerme e inoffensiva per terra, ma per individuare il militante delle Brigate Rosse che sarebbe riuscito a scappare dopo la sparatoria.
L’indagine era stata archiviata nel 1987, ma non era stata allegata agli atti perché introvabile a causa dell’alluvione, per cui meno di un anno fa è stata riaperta per decisione del gip di Torino su richiesta della procura.
I fatti della Cascina Spiotta risalgono al 5 giugno del 1975. Dice Davide Steccanella, difensore di Lauro Azzolini in relazione all’omicidio del brigadiere D’Alfonso: “Se io raccontassi all’estero che un giudice in Italia può revocare una sentenza di assoluzione per fatti di 50 anni fa di cui non dispone materialmente mi prenderebbero per pazzo”.
Secondo il legale emergerebbe al massimo che Azzolini potrebbe aver toccato il documento dattiloscritto riferito ai fatti in cui era morta una fondatrice delle Brigate Rosse che venne esaminato da moltissimi militanti e che fu persino oggetto di una pubblicità su un giornale clandestino.
La circostanza ovviamente non prova nulla circa la presenza di Azzolini, indagato insieme ad altri dirigenti dell’epoca, sul luogo della sparatoria. E’ molto probabile che la procura a breve chiuda l’indagine riaperta e chieda il processo pur avendo in mano ben poco a livello probatorio. Il problema è che le indagini sugli anni ‘70 sono eterne e che serve politicamente agitare a distanza anche di mezzo secolo un fantasma del passato.