Altro braccio di ferro
Salvini ci riprova, nuove minacce di precettazione per lo sciopero del 27 novembre: “Non accetto blocco di 24 ore”
Economia - di Carmine Di Niro
Tra Matteo Salvini e i sindacati si va verso un nuovo scontro, un braccio di ferro che riguarda ancora una volta lo sciopero.
Nel mirino c’è l’astensione dal lavoro prevista lunedì 27 novembre nel trasporto pubblico locale, con lo sciopero indetto in questa occasione dai sindacati di base: Usb lavoro privato, Orsa, Sgb,Cobas, Adl, Sgb e Cub trasporti.
Ancora una volta il ministro dei Trasporti Matteo Salvini si è lanciato in una battaglia contro lo sciopero: ”Non accetto 24 ore di blocco del trasporto pubblico perché sarebbe il caos. Se applicano il buonsenso non intervengo ma se pensano di fermare tutta Italia per 24 ore non glielo permetterò e farò tutto quello che la legge mi premette di fare”, compresa la precettazione, ha detto Salvini parlando a margine di un convegno.
Il ministero guidato dal segretario della Lega si è quindi già portato avanti col lavoro: è già partita infatti una lettera del Mit con con l’invito a desistere per le organizzazioni sindacali che hanno proclamato lo sciopero di 24 ore di lunedì 27 novembre. In una nota il Mit dice di auspicare “una risposta positiva nelle prossime ore” ma che diversamente, come da procedura, “scatterà la convocazione al ministero per un tavolo di confronto“.
La risposta dei sindacati
Ma è durissima anche la risposta dei sindacati. Michele Frullo, responsabile Usb Trasporti, spiega all’Adnkronos che “manterremo lo sciopero di 24 ore, sarebbe la seconda volta che il governo interviene in due mesi per ridurci uno sciopero e la situazione comincia a farsi pesante: vorrebbe dire che nel nostro paese non si può più scioperare”.
“Il Garante non ci ha nemmeno convocati né ha avanzato alcuna richiesta di riduzione dello sciopero. La nostra mobilitazione è totalmente a norma di legge. Per giustificare l’ultima precettazione del 29 settembre scorso il governo aveva usato la Rider Cup, adesso non c’è niente da far valere: ci deve spiegare perché ci obbliga a non scioperare“, prosegue accusando il governo di intervenire “solo sulla parte più debole, e cioè sui lavoratori mentre sulle aziende che non garantiscono né sicurezza né salari, oltre al problema degli appalti e subappalti che mettono in crisi la sicurezza del settore, nulla. Così non si può andare avanti“, conclude Frullo.