Il bluff della mappatura

Balneari, l’Ue invia al governo Meloni la lettera d’infrazione: ma sulle concessioni la destra vuole evitare le gare

Politica - di Redazione

16 Novembre 2023 alle 13:51

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Balneari, l’Ue invia al governo Meloni la lettera d’infrazione: ma sulle concessioni la destra vuole evitare le gare

La procedura di infrazione contro l’Italia per la “violazione della direttiva” sulle concessioni balneari fa un nuovo step che avvicina il nostro Paese verso il deferimento alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. La Commissione europea ha inviato oggi un parere motivato, la seconda fase della procedura.

Il titolo della missiva – Concessioni Balneari in Italia – Violazione della Direttiva e dei Trattati in funzione dell’Ue – con il parere motivato dell’esecutivo europeo è visibile nella pagina web della Commissione che contiene e aggiorna gli atti relativi alle procedure di infrazioni aperta. La data riportata è quella odierna. Contrariamente a quanto accade di prassi, tuttavia, la lettera non è stata indicata nel comunicato stampa comunitario che, il giovedì, dà gli ultimi aggiornamenti sulla procedura. Di conseguenza, al momento, la lettura del parere motivato non è disponibile.

Parlando nel briefing quotidiano con la stampa Johanna Bernsel, portavoce della Commissione europea, ha sottolineato che ora le autorità italiane “hanno ora due mesi per compiere i passi necessari per fornirci le risposte e poi decideremo il passo successivo. Penso quindi che la corretta applicazione della direttiva servizi (la direttiva Bolkestein, ndr) sia sempre la nostra massima priorità, ma preferiamo sempre trovare un accordo con gli Stati membri piuttosto che portarli alla Corte di giustizia”. Bernsel ha poi aggiunto che “il parere motivato non pregiudica il proseguimento del confronto che avremo con le autorità italiane”.

Il piano del governo Meloni sui balneari

Ma sulle concessioni pubbliche agli stabilimenti balneari appare evidente che il governo Meloni, con la leader di Fratelli d’Italia che assieme agli alleati Lega e Forza Italia da anni si è fatta portavoce della categoria, farà di tutto pur di non recepire la direttiva Bolkenstein che impone agli Stati membri dell’Unione europea di liberalizzare le concessioni demaniali, tra cui quelle balneari.

La strategia per aggirare la direttiva e continuare a prorogare le concessioni agli attuali proprietari, tra l’altro con canoni d’affitto molto più bassi del reale valore delle spiagge, come ammesso anche da Flavio Briatore, proprietario del Twiga a Marina di Pietranta, è quella di non concedere gare pubbliche.

Per farlo il governo Meloni intende proporre alla Commissione europea eccezioni in merito all’interpretazione della Bolkenstein, che obbliga gli Stati membri dell’Ue a garantire gare pubbliche trasparenti sui beni demaniali nel caso in cui “il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato per via della scarsità delle risorse naturali”. Secondo l’esecutivo, la Bolkenstein non può essere applicata alle spiagge italiane perché le “risorse naturali”, ovvero le stesse spiagge, non sarebbero “scarse”: ci sono ancora spiagge libere che potrebbero essere messe a gara, dice il governo, prima di rimettere a gara quelle già assegnate.

Per questo l’esecutivo sta prendendo tempo per porre in atto una mappatura delle spiagge, nonostante l’ultima sia recente, datata 2021. L’obiettivo del governo è quello di fare una nuova mappatura del territorio comune per comune, oltre che su base nazionale, per poter poi chiedere all’Unione Europea di mettere a gara le concessioni balneari soltanto nelle zone in cui si verifica un’effettiva carenza di spiagge libere.

Resta un problema che, anche con questo tentativo di aggirare le richieste di Bruxelles, non potrà essere risolto con una “semplice” mappatura: con la sentenza del 20 aprile scorso della Corte di Giustizia dell’Ue, le istituzioni europee avevano ribadito che l’Italia non può rinnovare automaticamente le concessioni balneari, il governo sta sostanzialmente ignorando questo punto.

L’esecutivo a febbraio 2023 aveva già deciso un’ulteriore proroga delle concessioni, nonostante ogni nuova proroga fosse stata preventivamente dichiarata illegittima da parte dei giudici del Consiglio di Stato. A risolvere l’incertezza potrebbe essere quindi l’Europa e la Corte di Giustizia dell’Ue.

di: Redazione - 16 Novembre 2023

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