Nel trevigiano

Anila: la 26enne morta incastrata in un macchinario, la tragedia nella fabbrica di surgelati

La tragedia a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, in una fabbrica di surgelati. Da accertare cause e dinamica della morte sul lavoro. L'incidente fatale ha ricordato la morte della 22enne Luana D'Orazio

Cronaca - di Redazione Web

15 Novembre 2023 alle 09:28 - Ultimo agg. 15 Novembre 2023 alle 09:36

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FOTO DA FACEBOOK E DA VIGILI DEL FUOCO
FOTO DA FACEBOOK E DA VIGILI DEL FUOCO

Grishaj Anila sarebbe stata ritrovata dai colleghi in piedi, priva di sensi, incastrata all’interno di un macchinario nella fabbrica di surgelati a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, dove lavorava. Aveva 26 anni. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, medici e infermieri del Suem. Non hanno potuto fare niente, è risultato inutile qualsiasi tentativo di rianimazione. La dinamica dell’accaduto è al vaglio di Carabinieri e Spisal. La Procura di Treviso dovrebbe aprire già oggi un fascicolo di inchiesta sulla tragedia.

Anila Grisahj viveva a Miane, sempre in provincia di Treviso, con la famiglia. Era dipendente dell’azienda Bocon, specializzata nel commercio dei surgelati, da anni. Sarebbe rimasta incastrata in un macchinario per l’imballaggio della merce. Secondo quanto riporta il Corriere del Veneto la pressa l’avrebbe colpita al volto schiacciandole le vertebre cervicali. La ragazza non avrebbe avuto nemmeno il tempo di reagire. Il macchinario sarebbe stato messo sotto sequestro. Momenti di tensione all’esterno dell’azienda quando i familiari della vittima sono stati avvisati della morte della giovane.

“Ho avvisato io la famiglia di quanto era accaduto — ha raccontato il sindaco di Pieve di Soligo, Stefano Soldan — e sono rimasto a portare la vicinanza dell’amministrazione a queste persone, distrutte dal dolore. Era una situazione molto difficile, la loro è stata una reazione naturale in un momento drammatico. Ora attendiamo le indagini sull’incidente”. Gli accertamenti di militari e Spisal dell’Usl 2 di Treviso sono andati avanti per tutta la serata.

La morte di Luana D’Orazio

La tragedia ha ricordato a tanti, anche in una fase in cui dinamica e fatti sono tutti da accertare, la morte di Luana D’Orazio, la 22enne stritolata in un orditoio nel 2021 a Prato. La giovane era finita nell’ingranaggio di un macchinario che era stato modificato secondo quanto emerso dalle indagini. Il processo è stato rinviato al 10 gennaio 2024. Imputato il manutentore esterno dell’azienda tessile dove si verificò l’incidente, omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche l’accusa.

Secondo l’accusa il tecnico avrebbe apportato modifiche ai sistemi di sicurezza dell’orditoio. La titolare della ditta e il marito sono stati condannati a due anni di reclusione, con sospensione condizionale, tramite patteggiamento. Risarcimento stabilito a una cifra di un milione di euro circa. “Speravo in una pena più giusta”, sono “molto delusa”, aveva detto la mamma di Luana D’Orazio, Emma Marrazzo, all’uscita dall’udienza nell’ottobre del 2022. La donna si era costituita parte civile.

Le morti sul lavoro in Italia

Nei primi sette mesi del 2023 sono 559 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 430 in occasione di lavoro (+4,4% rispetto a luglio 2022) e 129 in itinere (-17,8% rispetto a luglio 2022). La maglia nera va alla Lombardia: 74 vittime. A seguire Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33), Emilia Romagna (31), Puglia (29), Sicilia (26), Toscana (21), Abruzzo (16), Marche (14), Umbria e Calabria (13), Friuli Venezia Giulia (12), Trentino Alto Adige e Liguria (11), Sardegna (10), Basilicata (5) e Valle d’Aosta e Molise (1). In 20 anni i morti sul lavoro sono stati circa 20 mila.

15 Novembre 2023

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