Bruciati 6,5 miliardi
Sciopero degli attori, Hollywood torna al lavoro dopo 118 giorni: firmata l’intesa con gli Studios
Cinema - di Redazione
Dopo 118 giorni di proteste, sei mesi di interruzioni che hanno messo a dura prova i palinsesti degli show televisivi autunnali negli Usa e bloccato decine e decine di film e serie in fase di realizzazione, Hollywood torna al lavoro.
È stato raggiunto infatti l’accordo tra le case di produzione e il SAG-AFTRA, il sindacato che rappresenta 160mila attori: si ferma così il più lungo sciopero nella storia di Hollywood, col precedente primato risalente al 1980 con uno stop durato 95 giorni.
“In un voto unanime questo pomeriggio, la Sag-Aftra Tv/Theatrical Committee ha approvato un accordo preliminare con l’Amptp mettendo fine allo sciopero di 118 giorni. Lo sciopero termina ufficialmente alla mezzanotte e un minuto di giovedì 9 novembre“, afferma il sindacato, i cui membri devono comunque approvare l’accordo in grado di rimetter in moto l’industria televisiva e cinematografica americana, che vale 134 miliardi di dollari.
I miliardi bruciati e l’accordo
E a proposito di miliardi, quelli bruciati dall’economia della California sono stati quasi sette. Un salasso per i quattro “cavalieri dell’Apocalisse” degli studios: Ted Sarandos di Netflix, David Zaslav di Warner Bros, Bob Iger della Disney e Donna Langley della NBC Universal. Per questo, dopo varie interruzioni, il 24 ottobre scorso si è entrati nella fase clou delle trattative col sindacato e con la chiusura dell’accordo, i cui contenuti non sono stati ancora resi noti.
Secondo quanto fatto trapelare, il SAG-AFTRA avrebbe ottenuto un contratto che prevede benefici complessivi per gli attori pari a un miliardo di dollari. Il sindacato puntava a ottenere migliori condizioni di lavoro, compensi più alti per gli attori con un nuovo sistema di calcolo dei diritti d’autore e la garanzia che i nuovi software di intelligenza artificiale che generano video e riproducono volti, voci e movimenti non saranno utilizzati per rimpiazzarli.
Lo sciopero degli sceneggiatori
Prima degli attori erano stati gli sceneggiatori ad incrociare le braccia, con la protesta della Writers Guild of America (WGA), l’associazione che rappresenta oltre 11mila sceneggiatori.
Uno sciopero iniziato il 2 maggio e terminato lo scorso 24 settembre, bloccando tantissime produzioni in corso o programmate. Gli sceneggiatori chiedevano aumenti della paga minima, garanzie sulla fase di scrittura dei soggetti, percentuali più alte dei diritti d’autore per le opere destinate allo streaming.