L'iniziativa

Chi era Armita Garavand, la 16enne picchiata a morte perché non indossava il velo

"La veglia è per Armita, come per Masha, per l’attivista Nasrin Sotoudeh picchiata durante i funerali di Armita, in altre parole per i perseguitati da oltre quarant’anni dal regime sanguinario dei Mullah".

Esteri - di Redazione

31 Ottobre 2023 alle 12:30

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La veglia di Nessuno Tocchi Caino per Armita Garavand morta in Iran
La veglia di Nessuno Tocchi Caino per Armita Garavand morta in Iran

Nessuno tocchi Caino ha organizzato ieri davanti l’ambasciata iraniana a Roma una veglia per Armita e per un cambio di regime in Iran.

«All’iniziativa hanno aderito esponenti di varie forze politiche, da Giulio Maria Terzi, Presidente Commissione affari europei e del Global Committe for the Rule of Law Marco Pannella a Marco Scurria della delegazione parlamentare al Consiglio d’Europa, da Andrea Casu a Emanuele Pozzolo, da Renata Polverini a Gennaro Migliore, Riccardo Pacifici ed Ester Mieli, insieme a militanti dei diritti umani e della resistenza iraniana», fa sapere l’associazione.

«Abbiamo deciso di ritrovarci davanti l’ambasciata iraniana dopo l’orrida e insopportabile notizia della morte di Armita Garavand, la ragazza iraniana di 16 anni deceduta dopo quasi un mese di coma per le percosse subite dalle forze dell’ordine a Teheran perché non indossava il velo, analogamente a quanto accaduto circa un anno fa a Mahsa Amini. La veglia è dunque per Armita, come per Masha, per l’attivista Nasrin Sotoudeh picchiata durante i funerali di Armita, per tutti coloro che sono stati arrestati durante questa commemorazione funebre, in altre parole per i perseguitati da oltre quarant’anni dal regime sanguinario dei Mullah».

«Con questa iniziativa – hanno dichiarato i dirigenti di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini, Sergio d’Elia ed Elisabetta Zamparutti, rispettivamente Presidente, Segretario e Tesoriera – denunciamo la natura mortifera e misogina del regime iraniano, principale elemento di destabilizzazione in Medio Oriente e minaccia alla pace e alla sicurezza mondiale, perché in guerra, da oltre 40 anni, con il suo stesso popolo che reprime con esecuzioni capitali giunte ad oltre 644 quest’anno, torture e trattamenti inumani e degradanti e ribadiamo la necessità e l’urgenza di un cambio di regime».

 

di: Redazione - 31 Ottobre 2023

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